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Ci possono essere diversi step di conoscenza di una cantina, di un produttore. Il primo è chiaramente la degustazione dei suoi vini, l’elemento principale “sine qua non” chiaramente, ma non basta.

È importante scoprire il luoghi di produzione, le vigne e la cantina e naturalmente le persone. Se poi hai modo di conoscere, veramente, il produttore -e non con la sola stretta di mano- allora puoi capirci di più perché puoi leggere tutte le informazioni che l’etichetta non può contenere ma in molti casi sono le più importanti.

the bottles of the previous edition

the bottles of the previous edition

È ciò che cerco di fare con i miei tour, le mie visite, le interviste, le intrusioni e questo week end ho avuto la fortuna di realizzarlo appieno con Nicola Venditti presso la sua “Antica Masseria Venditti” a Castelvenere in provincia di Benevento: 11 ettari di proprietà, 65000 bottiglie in totale. Tra i vini principali: Falanghina, tipico bianco della zona, la Barbera del Sannio da non confondere -evidentemente- con quella piemontese, l’Aglianico.

Nicola ha organizzato la sua vendemmia notturna, l’ottava edizione di “Raccolta e Racconti di Vino notturno da Venditti” a numero chiuso per gestirlo al meglio.

La cura dei dettagli, l’accoglienza di Nicola e della sua famiglia, la completezza dell’evento -dall’arrivo al sabato sera fino al saluto della domenica mattina successiva- trasudano pochi semplici concetti. Parlo dei soliti, d’altra parte: passione e dedizione. Banali, potrebbe dire qualcuno, però fondamentali, ma io non mi riferisco a quelli urlati su locandine e siti internet ormai da molte cantine, intendo quelli veri, quelli dimostrati appunto.

Siamo in meno di 20 e siamo accolti all’esterno della Masseria per una presentazione dell’evento ed una degustazione di una novità: la sua ultima linea “Assenza” di cui avevo letto tanto ma che non avevo ancora provato e mi hanno colpito molto. Si tratta di vini senza solfiti aggiunti. I premi non a caso sono arrivati numerosi ma quelli li trovate sulle guide. Oggi vorrei raccontarvi qualcosa del dietro le quinte.

grape game

grape game

La serata continua con un’ottima cena in abbinamento ai vini dell’azienda nonché un ottimo olio. Tutti molto buoni, davvero: vini di territorio, puliti, ricchi con ottimi bouquet e palati pieni! I miei preferiti sono stati probabilmente i bianchi ed in particolare il Blend “Bacalàt”: la Falaghina mista a Grieco e Cerretto acquisisce una complessità incredibile e un’aromaticità ulteriore, l’acidità tipica della Falanghina sostiene il vino ma viene ammorbidita dalle altre 2 uve. E poi c’è “Assenza” (di Falanghina) che vive di… personalità propria: un’aromaticità che varia ad ogni bicchiere, intensa, diversa; non caso lo scelgo come pedina per il “Gioco dell’uva” che segue la cena. Siamo divisi in squadre per accaparrarci la bottiglia numero 1 della vendemmia notturna dell’anno precedente. Si tratta sostanzialmente del gioco dell’oca tutto reinventato da Nicola: i dadi giganti con chicchi d’uva al posto dei pallini neri, un funzionamento simile al “gioco dell’oca” con i “resta fermo, rilancia etc” e domande incentrate sulla sua azienda e i suoi vini, geniale! I premi? Le bottiglie numerate ottenute dalla vendemmia notturna dell’anno scorso: 140 bottiglie Nicola ha confezionato con sacchetti di iuta originale cucite con filo rosso o giallo (in base al vino –rosso o bianco- contenente) e corredato con una mini brochure contenente i pensieri dei partecipanti dell’edizione precedente, capirò a seguito a quali pensieri si riferisce.

È mezzanotte e decidiamo che la serata è finita dato che abbiamo sveglia alle 4,00 per la vendemmia notturna! E così è stato: prima delle 5,00 eravamo in vigna. Nicola, da rito, accende i riflettori e tutti noi già armati di guanti, forbici, grembiuli e bandane siamo seguiti dai collaboratori attenti di Nicola. Iniziamo con le uve bianche e dopo averle portate in cantina per vedere con i nostri occhi come viene avviata la produzione procediamo con le uve rosse e, ancora una volta, avviamo insieme il procedimento. L’entusiasmo è notevole, non mancano battute e osservazioni sulle uve che hanno sofferto di più in questa annata difficile, forse l’Aglianico? Siamo in un vigneto didattico, le somme Nicola le tirerà nei prossimi giorni.

in cantina

in cantina

Intorno alle 7,00 siamo pronti con la colazione ma quella “del contadino” e si parte così con salumi, formaggi, insalate e gli immancabili vini. A questo punto Nicola ci fornisce di carta intestata per lasciare le nostre impressioni mentre a turno leggiamo quelle degli anni precedenti.

Tutto è curato nel dettaglio, tutto ha un filo, la professionalità lascia spazio al divertimento, il gioco diventa istruttivo. Ma Nicola non è solo, ci sono la moglie Donna Lorenza che oltre ad essere chef, è un’artista  e non a caso autrice delle etichette dei vini. E poi i figli Andrea e Serena che -d’altra parte- fanno parte, anche loro, del nome dei nuovi vini insieme ai genitori (Andrea SSerena Enza Nicola ZA: la fine di del nome Lorenza).

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