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E’ la magia il tema scelto dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) di Torino per il 48mo congresso nazionale che ha previsto diversi interessantissimi appuntamenti svoltisi nei palazzi storici di Torino, magici direi!

Ecco una mia breve sintesi dell’evento e qualche nota sulla degustazione di Barolo e barbaresco grandi annate, seguono delle note aggiuntive.

Leggi l’intero articolo qui: http://www.wineverse.it/blog/magia-vino-lassociazione-italiana-sommelier/

oppure scarica il PDF qui: 48 congr ais to- pdf da wlog

Ecco alcune note relative agli altri vini degustati nel corso dell’appuntamento “Barolo e Barbaresco: grandi annate”:

Quindi, oltre al BAROLO ROCCHE DELL’ANNUNZIATA RISERVA 2001 SCAVINO (già citato nel corpo dell’articolo per esigenze di redazione) ecco gli altri, iniziamo con i miei preferiti:

  • BAROLO BRUNATE 2000 DI ROBERTO VOERZIO: un perfezionista non può che avere un vino di classe, il vino al naso è intenso e complesso con note di frutta secca e fiori appassiti; al palato è ricco, rotondo, con fiore di frutti rossi maturi, spezie dolci e piccanti. Pare che lui beva solo Mascarello e Conterno… oltre Voerzio!
  • BAROLO PER CRISTINA 1999 CLERICO: ottimo, ricco, pieno, piacevole ma anche giovane. in sala lo si definisce energico, come il produttore! Una firma riconoscibile quindi.
  • BAROLO CANNUBI BOSCHIS 1998 SANDRONE: un nome, una garanzia. Questa annata insieme alla 90 è ottima ma stranamente trascurata. Evidente la centralità del frutto rispetto alla spezie e alle tostature.
  • BAROLO VIGNA RIONDA 1989 ODDERO: sarà che è stato servito da Magnum (come qualche altro) ma che vino! Al naso è intenso, conquista immediatamente con note di frutta matura, ciliegia, spezie ma anche di porcini! In bocca è floreale, balsamico, chiaramente persistente.
  • BARBARESCO TETTINEIVE 1988 SCARPA: lo apprezzo nel corso di tutta la degustazione perchè evolve nel bicchiere donando un tocco nuovo ad ogni nuovo approccio. Ha un bouquet invitante con note di cioccolato, floreale, rosolio, un po’ liquoroso. In bocca è pieno, avvolgente, particolarmente gradevole. Ricordo che siamo già negli anni 80!
  • BAROLO 1961 CONTERNO: lo devo davvero commentare? Non basta leggere questo nome, questa annata? Sorprendente! Unico, ha tanto ancora da esprimere nonostante l’età, ottimo frutto, ottimo equilibrio e con una evidente nota di polvere di caffè che persiste. Un capolavoro.

 

sandrone

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I gusti sono gusti ma in questa occasione con questi nomi e tutto il resto dare punteggi e fare una classifica non avrebbe davvero senso secondo me, ecco gli altri vini che mancano alla lista e che non vorrei mai e poi mai perdermi:

  • BARBARESCO ASILI RISERVA 2007 GIACOSA: esprime tutta l’eleganza di questo cru “Asili” diverso dall’ugualmente noto cru di “Rabaja” che invece è più duro. Ancora giovane e sempre più accattivante man mano che evolve nel bicchiere.
  • BARBARESCO 2004 GAJA: si tratta di un’annata anomale perchè i vini erano pronti da subito ma al contempo esprimono ancora tanto dopo questi 10 anni, non ce lo dimentichiamo sono 10!
  • BAROLO MONPRIVATO CA’D’MORISSIO 2004 GIUSEPPE MASCARELLO, un’altra firma da urlo. Minerale e con note vegetali al naso. Un vino che vorrei provare e riprovare tra qualche anno.
  • BARBARESCO RABAJA RISERVA 2001 GIUSEPPE CORTESE: un altro cru di Barbaresco (diverso al cru “Asili” che citavo sopra), il Rabaja si esprime meglio nel tempo e con un’annata 2001 si inizia ad apprezzare ma, comunque, ha bisogno ancora di tempo. Un vino certamente strutturato con una nota polverosa tipica di Cortese.
  • BARBARESCO SORI’ TILDIN 1970 GAJA: da vigneto acquistato da un giovanissimo Angelo (attuale noto produttore) che aveva, già allora, l’idea di dare al vino il nome del vigneto di provenienza. Uno dei vini a cui abbiniamo … il pianoforte!
  • BAROLO GRANBUSSIA RISERVA 1970 ALDO CONTERNO: ecco un vino che da manuale è definito “velato” (non perfettamente limpido) ma che importa! Un vino che potrebbe ancora attendere, un’ottima espressione del territorio e del vitigno!
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