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Se vale la pena di leggerlo? Beh, io posso solo dire che sono molto soddisfatta di questo tour, ho provato degli ottimi vini in ogni singola occasione e cantina, visitando –tra l’altro- delle zone davvero incantevoli e dove tornerò senza dubbio!

  • Curiosità

Innanzitutto è necessario distinguere tra Alto Adige (o Sud Tirolo a nord) e Trentino (a sud). Nonostante si tratti, in geografia “politica” -come eravamo abituati a scuola- di un’unica regione, c’è differenza anche culturale. Così, superando questo “confine” sud-nord non c’è da meravigliarsi se qualcuno cambia lingua passando dall’italiano al tedesco come molti sanno. Figuriamoci cosa accadrebbe se io scrivessi un unico articolo o, peggio ancora, se parlassi di alcuni vini del “nord” come di vini “trentini” come spesso accade per chi, volendo identificare la regione abbrevia il nome in “Trentino” dimenticando la seconda parte!

vines

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Scherzi a parte, come al solito ho deciso di scegliere una sola area di produzione da analizzare più approfonditamente organizzando un tour in Alto Adige (A.A.) per 2 settimane.

  • Info generali

Si tratta di una piccola area produttiva: più o meno 5.300 ettari (per capirci: in Piemonte fino a poco tempo fa si contavano circa 51.000, in Toscana 60.000, in Campania 30.000). La produzione si aggira intorno ai 350.000 ettolitri all’anno distribuiti tra circa 5000 viticoltori che lavorano su 20 diversi vitigni!

Ecco, la numerosità dei vitigni è la prima cosa che salta all’occhio analizzando l’Alto Adige e come ha detto uno degli enologi della zona “o questa è la valle dell’Eden oppure c’è qualcosa da rivedere meglio”; effettivamente le opinioni a riguardo sono molto diverse: c’è chi sostiene che finchè il “terroir” lo consente è giusto produrre una vasta gamma, come sostengono in azienda Tramin o la stessa Elena Walch che riesce a soddisfare tutti i palati. La pensano diversamente presso Tenuta Kornell, che –date anche- le dimensioni ridotte rispetto ad altri grandi nomi, ha ben pensato di focalizzare l’attenzione su alcuni vini. Beh, ancora una volta le scelte sono personali ed è veramente difficile stabilire quale delle 2 teorie sia più adatta!

 

  • Il Consorzio e la comunicazione

Un bel lavoro, è quello svolto da consorzio per la promozione del territorio in generale che si combina ad un turismo ben sviluppato e supportato, che gioca un ruolo cruciale. Non sono poche le cantine che dichiarano, infatti, di registrare una bella domanda da parte dei turisti che transitano in zona.

Il turismo, in generale, è ottimamente sviluppato, le soluzioni, le iniziative e gli eventi sono infiniti, ci si sente coccolati per qualsiasi preferenza si possa esprimere: sportiva, culturale, naturalistica, enogastronomica e così via. Lo consiglio a tutti.

La strada del vino è ben segnalata, le indicazioni abbastanza presenti, gli eventi numerosi nel periodo estivo e ben organizzati con idee fantasiose e che ricordano usanze storiche senza mai dimenticare l’efficienza. La comunicazione è complessiva, territoriale in modo da attrarre l’attenzione su tutta la zona esaltandone le peculiarità e fare chiarezza sulla produzione locale senza che questa sia slegata dal paesaggio, la storia, la cultura e così via… sembrerebbe elementare e invece…

hofstatter

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  • Uve e vini

Altro elemento caratterizzante del territorio che mi va di sottolineare è che circa il 70% dei vini in Alto Adige è prodotto da cooperative. La regione diventa, così, un esempio eccellente per tutti coloro che mutano in scettici al cospetto delle cooperative!

Tra i vini più diffusi della zona

UVE/VIN ROSSI

(quasi il 45% della produzione in A.A.)

UVE/VINI BIANCHI

(più del 55% della produzione in A.A.)

LA SCHIAVA, vitigno storico che da vini da bere giovani, di facile beva, che molti producono ancora  soprattutto per tradizione. GEWURZTRAMINER, il noto vino aromatico della zona
LAGREIN, autoctono, vini più “importanti” e strutturati PINOT BIANCO che produce ottimi vini qui anche chiamati “Weissburgunder”
PINOT NERO, dall’omonima uva cosiddetta “internazionale” che qui trova un’ottima espressione CHARDONNAY, uva internazionale, che rende bene in questa zona
MOSCATO ROSA, un vino dolce della zona (di colore “rosa”) che sta guadagnando sempre maggiore successo PINOT GRIGIO, meno diffuso ma molto richiesto soprattutto da alcuni paesi all’estero
Non mancano altre varietà internazionali come MERLOT, CABERNET SAUVIGNON, CABERNET FRANC SAUVIGNON, altra uva internazionale, meno diffusa ma apprezzata
Non mancano produzioni di MüLLER THURGAU vitigno semi-aromatico più diffuso in Trentino

 

Si tratta chiaramente di uno schema semplificativo, tanto per rendere la lettura più scorrevole: ci sono altre varietà autoctone ma meno diffuse o usate per creare dei blend particolari; non tutte le cantine producono vini da tutte le uve e ancora, possono esserci, versioni spumantizzate o passiti da uve aromatiche, blend di diverse uve e così via.

Insomma, se poi si pensa per tutti o alcuni vini si produce una linea classica più una riserva, mi sono trovata di fronte a degustazioni di 10/15 vini per cantina per giunta parziali!

 

Le cantine

Ecco alcuni produttori della zona

Azienda molto nota sita nella zona di Termeno, provincia di Bolzano. Un eccellente esempio di cooperativa con una vastissima gamma di prodotti spesso premiati, in particolare il Gewurztraminer “Nussbaumer”. Un successo costruito per step ordinati: prima terroir e produzione anche con l’aiuto dell’enologo Villi, poi l’investimento in macchinari e l’attuale step che ha puntato alla nuova originalissima struttura e alla comunicazione in generale. Forse il vino più prezioso è la vendemmia tardiva di Gewurztraminer.

Si trova al centro del paese a Termeno dove la famiglia iniziò almeno 100 anni fa. Qui iniziano i primi problemi con la lingua, così con l’enologo Markus Heinel optiamo per l’inglese. Un’esperienza incredibile quella con Markus che mi offre la possibilità di provare delle vecchie annate. Il Pinot nero  “Barthenau-Vigna S. Urbano” 2011 insieme all’annata 2000, quest’ultimo con aromi di tabacco e tostato, ancora giovane ma morbido ed elegante. E poi il Gewurztraminer “Kolbenhof” 1998, decisamente diverso dalle annate correnti, con aromi più vicini alla frutta secca che alla classica rosa o al lici come si può immaginare.

A dimostrazione del fatto che Alto Adige non è solo vini bianchi (aromatici tra l’altro) quest’azienda si concentra molto sui rossi. Una bellissima tenuta con uno stile di comunicazione elegante. Pochi vini ma con propria personalità tra questi anche Merlot, Cabernet Sauvignon e interessantissimi blend.

  • TERLAN                –  a Terlano, prov. di Bolzano

Altra tappa da non perdere, ancora un esempio eccelso di cooperativa con un marchio famoso nel mondo. Inutile elencare premi e pregi, il cui fondamento si percepisce visitando l’azienda. Mi colpiscono i loro Lagrein e chiaramente la linea “Rarità”: vini bianchi invecchiati; così proviamo insieme lo Chardonnay 1998 e il Pinot bianco 2002, che bel progetto e che risultati!

Ti conquista per la personalità, sua e dei vini e d’altra parte, le originali etichette parlano da sé. Al di là dei premi, come ad esempio quelli per il Moscato rosa, mi piace notare la sua accesa passione e l’attaccamento al territorio. Crede nella specializzazione ma forse ci produrrà “una bolla” per dimostrare che, volendo, è possibile  anche questo!

  • ST MICHAEL EPPAN (S. Michele Appiano) – ad Appiano sulla Strada del Vino, prov. di Bolzano
  • enolgo Hans a St Michel Eppan

    enolgo Hans a St Michel Eppan

Anche questa molto nota, è tra le aziende con la produzione più vasta si arriva probabilmente a 3 mln di bottiglie e garantendo una notevole qualità diffusa su tutte le linee. L’enologo Hans era conosciuto come “ribelle”: aveva capito la potenzialità dei bianchi sin da subito quando oggi è diventata la produzione predominante. Inoltre denuncia: “in Alto Adige c’è poco spazio così oggi si pianta ovunque, non solo nelle zone veramente vocate, c’è da stare attenti perché ne va non solo delle rese e rappresentatività ma anche – della qualità”.

  • ELENA WALCH – a Termeno sulla Strada del Vino, prov. di Bolzano

Tra le mie preferite per… eleganza: la sua, quella dei vini e quella del recente Bistrò dove è possibile provare i suoi vini in

walch

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abbinamento a piatti ricercati della zona e non solo; lo scopo è educativo soprattutto per stranieri. E’ chiara nel parlare del tipico rosso locale “La Schiava”, lo proviamo e afferma: “ecco questo è il nostro autoctono, potremmo mai puntare all’eccellenza e al mercato internazionale (solo) con questo vino?”; il vino è, infatti, semplice, da “tutti i giorni” per capirci, non potrebbe competere con vini strutturati e da invecchiamento per dirne una. Ottime le sue Cuvèe tra le quali il Kermess: di grandi equilibrio, armonia e piacevolezza.

  • KETTMEIR – Caldaro sulla Strada del Vino, prov. di Bolzano

Che bel tour con tecnico e marketing insieme! Sono conosciuti soprattutto per i bianchi, in particolare il Sauvignon blanc e poi gli spumanti sia bianco sia rosato. Tra i vari vini interessanti mi colpisce il Müller Thurgau sia il classico sia la selezione: bilanciati, aromatici ma non eccessivamente, eleganti, e apprezzo molto anche il Moscato rosa!

Poche parole, i prodotti parlano da sé; non credo ci sia stato un vino, dico uno solo, che non mi sia piaciuto e molto anche.

colterenzio

colterenzio

In particolare il Pinot Nero “St. Daniel”, decisamente tra i migliori che abbia provato. Anche questa è una cooperativa con una struttura molto moderna che fa evincere il notevole lavoro dell’architetto. Grande attenzione alla comunicazione (forte ma essenziale) e all’ambiente: dai pannelli solari, allo sfruttamento del calore delle macchine, al controllo delle luci. Complimenti!

Azienda conosciuta in occasione di un intrigante evento a San Paolo paese: “Magnum sotto i tigli” ottimamente organizzata da Thomas Rauch con l’Apt di Appiano. Per l’occasione diverse aziende della zona avevano in degustazione vini solo in bottiglie Magnum e che si potevano “barattare” con gettoni in sughero come a ricordare le monete di un tempo. Qui ho conosciuto il Presidente – Leopold Kager, di grande simpatia e personalità. Bottiglie eleganti non solo nel packaging. Notevoli i bianchi non troppo spinti sull’aromaticità ma molto equilibrati e i rossi rappresentativi e di enorme piacevolezza.

 

Spero di scrivere presto su ciascun produttore.

Rimando al sito del Consorzio per maggiori dettagli.

Mi scuso per eventuali mancanze

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