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Si è conclusa, mercoledì 25 marzo, la 49ma edizione di VINITALY, fiera del vino di enorme spessore nel mondo, dopo una 4 peimontegiorni di incontri e folla, scambi e degustazioni, convegni e feste, progetti e saluti, così come festeggiamenti, brindisi, applausi, passerelle, code, foto e video, tweet e recensioni di tutti i tipi, concorsi, vincitori e vinti, novità e presentazioni, suggerimenti, abbinamenti, scoperte e file per la navetta, il parcheggio, il casello.

Un elenco come questo basterebbe a riportare il caos, più o meno organizzato, di un contenitore dalla portata sempre più importante soprattutto quest’anno, in vista di Expo 2015.

Vinitaly ci riferisce un’informazione: non è possibile che le Istituzioni non capiscano il peso dell’enogastronomia in Italia altrimenti questa fiera non crescerebbe così tanto; politici e politicanti non spenderebbero tempo, parole, interviste. Così, una volta che ci capitano lo dovrebbero vedere con i propri occhi il fermento, il potenziale e il grado di interesse da parte di tutti i paesi del mondo. Insomma la consapevolezza c’è in qualche modo, mancano ancora un po’ di risposte affinché il ritorno all’agricoltura e il turismo che ne deriva (e che da sé si svilupperebbe ulteriormente) possano meno utopicamente aiutarci a risalire!

abruzzo

abruzzo

Si perché Vinitaly cresce anno dopo anno e questo anche grazie al peso dell’export che diventa un “salvagente” sempre più importante; ecco, infatti, alcuni numeri relativi all’edizione appena conclusasi per orientarci:

  • 150mila visitatori con molto più Far East (Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia)
  • 2.600 giornalisti da 46 nazioni
  • operatori professionali (quali buyer) da 140 paesi (20 in più rispetto al 2014)
  • oltre 4 mila espositori divisi tra i padiglioni regionali, quello dei produttori internazionali, il padiglione bio e così via.

È l’Italia del vino in miniatura, che consente di spaziare da un prodotto siciliano ad uno veneto, da un Barolo ad un Fiano di Avellino, da un Cirò ad un Chianti in 10 minuti al massimo, il tempo di recarsi da un padiglione all’altro. E poi le degustazioni guidate a numero chiuso e i convegni.

prof. Vincenzo Russo

prof. Vincenzo Russo

Ecco, molti dei convegni, quest’anno, si sono concentrati sul (giusto) approccio ad alcuni mercati esteri di maggiore interesse, ad esempio i soliti USA che restano un mercato cruciale per tutte le aziende della penisola, così come Giappone e Cina che  -invece- richiedono un’attenzione diversa a causa della distanza culturale che ha spesso determinato alcuni fallimenti e richiede l’intervento di chi realmente ci ha vissuto e ne conosce bene le dinamiche. Ed è quindi qui che è entrata in gioco una recente ed interessantissima materia: il Neuromarketing, di cui ha relazionato egregiamente il prof. dello IULM Vincenzo Russo, il quale ha applicato gli studi proprio al settore enogastronomico dando delle dimostrazioni in fiera per mezzo di apparecchiature in grado di misurare sudorazione, respirazione, battito cardiaco e quindi le reali emozioni che si provano durante la degustazione di un vino. Mi sono volontariamente sottoposta al test per capire meglio come le emozioni possano influire sulle nostre scelte d’acquisto, per dirla in breve. “Siamo macchine emotive che pensano e non macchine pensanti che

quintodecimo at vinitaly 2015

lo stand affollato di Quintodecimo (delprof. Moio) a Vinitaly 2015

si emozionano”: ribaltando in questo modo il punto di vista, le ricerche di mercato basate sui classici questionari o interviste risultano meno validi in quanto siamo condizionati da troppi fattori, anche culturali, che ci portano a rispondere in modo non corrispondente a ciò che proviamo realmente, consciamente ma anche inconsciamente. Approfondirò di certo l’argomento.

Per quanto riguarda i vini sarebbe impossibile immaginare di citare tutti i vini degustati e i produttori incontrati. Mi soffermerei su alcune novità:

  • il nuovo Franciacorta, spumante Brut, dell’arcipelago Muratori: si chiama “Millè”, millesimato 2007, 100% Chardonnay in un packaging tutto turchese, originale e giovane; un vino fresco e abbastanza complesso allo stesso tempo che Michela Muratori e tutti gli altri allo stand hanno promosso con tanto di t-shirt “Millè addicted”! In gamba come sempre!
  • l’azienda Calabrese Ceraudo dimostra, ancora una volta, affidabilità e qualità anche con l’annata 2014 e non solo, la figlia del titolare (Roberto), Caterina, chef del ristorante aziendale stellato, sarà protagonista di una delle serate di Expo 2015, avanti tutta!
  • ceraudo a vinitaly 2015

    ceraudo a vinitaly 2015

    e ancora, Vinitaly diventa importante vetrina per il nuovo vino di Lidia Matera della Tenuta Terre Nobili in Calabria (prov. di Cosenza): si chiama “Ipazia”, Calabria IGP, che fa solo acciaio, stiloso come tutta la produzione di Lidia Matera;

  • 2 sono invece le novità dei Feudi di San Gregorio (nota azienda campana), il Biancolella il tipico bianco dell’isola di Ischia e un Piedirosso, entrambi 2014, ancora molto giovani ma molto freschi e gradevoli. Esperimenti ben riusciti secondo le primissime valutazioni aziendali!
  • è firmato Villa Sandi e si chiama Opere Serenissima,  il primo  Metodo Classico prodotto secondo il disciplinare della nuova DOC Serenissima,  creata nel 2011 dalla Regione Veneto, dove -invece- il Prosecco con il metodo Charmat è più popolare.
  • non mi meraviglio che sia l’azienda Icardi con il suo titolare Claudio, a legarsi con Collolengo, Istituto di carità a Torino! (#jesuisunepersonne);
  • Le ali di Mercurio“: è la prima volta che Vincenzo Mercurio si presenta a Vinitaly con alcune delle aziende che segue come consulente enologo nel Sud Italia. Spazio arioso e affollato che ha riscosso un bel successo anche rendendo vita facile a molti visitatori -ad esempio stranieri- nel caos di Vinitaly, questi mi hanno, infatti, confermato che in questo modo hanno avuto modo di conoscere più aziende con una sola visita;
  • il Cerri Merry di Milena Pepe (Tenuta Cavalier Pepe), uscito prima di Vinitaly ma recente e che qui in fiera affascina italiani e stranieri: vino Aglianico aromatizzato all’amarena da bere assoluto con un dessert o come base per long drink se addizionato di tonica e/o spumante. Energia campana, o meglio Irpina (prov. di Avellino).

Ebbene, sotto questo punti di vista si potrebbero scovare mille Vinitaly, mille fiere diverse a seconda dell’autore dell’articolo, del report e -quindi- del suo personalissimo percorso, delle degustazioni e dei convegni che ha selezionato, buon divertimento!

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