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cave

cave

Recentemente ho trascorso alcuni giorni in Champagne perché quando si parla di vino lo Champagne diventa una meta (ecco il precedente focus)!

Perfino gli inglesi cercano di accaparrarsi il merito di questa “invenzione”, in quanto gli inglesi acquistavano questo vino francese (fermo) in grandi quantità e involontariamente assistevano alla seconda fermentazione con l’innalzamento delle temperature in primavera; pratica fondamentale ed oggi -invece- appositamente programmata in quanto necessaria per produrre “vini con le bolle”, ma questa è un’altra storia.

E quando si parla di Champagne, Ruinart è tra le prime scelte: la più antica casa di Champagne fondata nel 1729 esattamente un anno dopo che viene concessa la commercializzazione in bottiglia.

Non a caso, proprio questo mese e più precisamente dal 5 di Luglio, la Maison Ruinart con vigne e cantina entrano a far parte del Patrimonio Unesco nella lista Paesaggi Culturali!

Si deve molto al monaco benedettino Dom Thierry Ruinart che intuì la potenza di questo “nuovo vino”, il vino con le bolle. Fu poi il nipote Nicolas Ruinart a seguire le orme fondando la Maison.

Consiglio a tutti il tour di queste cantine per più motivi: non solo il valore storico e culturale, ma anche per il fascino tremendo e il

le cave in miniatura

le cave in miniatura

valore sociale che tengo a sottolineare insieme al resto. Queste divennero rifugio nel corso delle guerre e questo obiettivo è venuto nobilmente prima della costruzione di “finti” muri dietro i quali nascondere le bottiglie accatastate (pratica messa in atto da diversi produttori di Champagne che riuscirono così a salvarle) e così, nonostante si tratti della prima Maison di Champagne, oggi lo storico (di bottiglie disponibili) è molto limitato.

Lo stile della Maison si basa molto sullo Chardonnay e lo chef de cave è Frédéric Panaïotis, considerato tra gli enologi più talentuosi della zona e che garantisce l’eleganza di queste fatidiche bolle.

il magnum

il magnum

Ho provato di recente il Brut sans année in magnum: (40% DI CHARDONNAY, 50-55% DI PINOT NOIR, 5-10% Pinot MEUNIER). Fine, elegante, con bollicine carezzevoli ma procediamo con ordine: alla vista è cristallino e di colore giallo paglierino con bollicine fini. Non di enorme intensità ma di evidente piacevolezza, presenta note di frutta bianca, un tocco floreale; certamente equilibrato, fresco al punto giusto, ti invita ad un altro sorso e un altro ancora, quale maggiore successo! Buone le mineralità e la persistenza. La degustazione da magnum mi ha regalato ulteriore eleganza.

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