Print Friendly, PDF & Email

Rischia di saltare l’accordo “Ceta” (Comprehensive and Economic Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada volto a facilitare notevolmente gli scambi commerciali tra i 2 paesi, vino incluso, sia da un punto di vista burocratico sia per quanto riguarda i dazi doganali.

Facciamo un passo indietro: qual è la particolarità degli scambi col Canada (così come paesi del nord Europa)?
La presenza del monopolio che regola il sistema di distribuzione del vino in Canada soggetta ai Monopoli Provinciali (sezione LCB “Liquor Control Board”, nella provincia dell’Ontario -ad esempio- diventa LCBO “Liquor Control Board Ontario”) che provvedono a controlli, stoccaggio e successiva commercializzazione e distribuzione tramite reti controllate. [Le regole cambiano in ciascuna provincia, ad esempio ad Alberta il Liquor Board si occupa solo dell’importazione, la commercializzazione è stata liberalizzata].

Questo sistema comporta dei dazi doganali, per fortuna ridotti per l’Italia che rientra fra le nazioni favorite (Most Favoured Nations, MFN).

Ebbene, nell’ultimo periodo si è discusso della possibilità di prevedere questo accordo, il Ceta di cui sopra, per facilitare il sistema import-export che avrebbe rotto il potere del monopolio e addirittura potuto eliminare i dazi doganali creando condizioni di libero scambio.

Niente di fatto, l’Europa non ha ratificato l’accordo delegando la decisione ai singoli Stati membri e questo mette a rischio tutto l’impianto, brutta notizia per i produttori!

Condividi: