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L’importanza della Dieta Mediterranea è argomento di costante interesse non solo in Italia!

La sua patria, il Cilento in Campania, prov. di Salerno la rappresenta con orgoglio e un certo attivismo facendo leva anche sull’attrattività turistica data la portata culturale di uno stile di vita più che una dieta in senso stretto.

Una dieta fatta di equilibri di sapori che avrà presto anche un vino! Da pochi mesi, infatti, è stato firmato un protocollo di intesa tra il sindaco di Pollica e l’azienda Mastroberardino per la produzione del vino della dieta grazie ad impianti  in località “Mulini a vento”, su terreni di proprietà del Comune di Pollica, concessi alla società Mastroberardino per minimo di 30 anni. Si tratta di un progetto di ricerca, formazione e valorizzazione della vitis vinifera, che -quindi- va al di là della semplice produzione del vino, mirando a promuovere i valori del territorio e della dieta mediterranea stessa.

Sono veramente curiosa e non vedo l’ora di vedere questo vino “crescere” e naturalmente, poi, provarlo!

Vetrina e simbolo di questo quasi “movimento” eno-gastronomico-culturale” è il Museo della Dieta Mediterranea (struttura didattica gestita da Legambiente onlus, con sede nel Palazzo Vinciprova di Pioppi – Pollica, SA) con laboratori, video tutorial, biblioteca, percorsi guidati. Ho provato a carpire qualcosa in più ponendo qualche domanda al Direttore del Museo, Valerio Calabrese per carpirne l’indirizzo attuale e futuro.

  • Si parla tanto di promozione territoriale anche per mezzo dell’enogastronomia. Quanto la Dieta Mediterranea sta intercettando l’attrattività del suo territorio d’origine: il Cilento?

“Sicuramente l’obiettivo a cui tendiamo è far diventare la Dieta mediterranea un elemento portante per lo sviluppo, anche in termini turistici, del territorio. La consapevolezza della sua forza attrattiva, così come quella del settore enogastronomico, è piuttosto recente in Cilento. Da questo punto di vista, perciò, è possibile intravedere autostrade di sviluppo se si riesce ad inforcare la giusta direzione. La produzione di qualità, il turismo esperienziale, la valorizzazione delle risorse naturali, collegate ad un attento uso del territorio, sono la vera chance su cui si gioca il futuro di un territorio, finora troppo marginale e periferico rispetto alle sue potenzialità”.

 

  • A Pioppi esiste ormai un museo dedicato alla Dieta Mediterranea che omaggia il lavoro di Keys, purtroppo, però, a volte si pensa ad un museo come qualcosa di “noioso”: perché invece vale la pena venire a scoprire questo della Dieta Mediterranea?

“Certo i musei non piacciono a tutti, spesso si rivolgono solo ad appassionati o a persone di settore. Noi abbiamo cercato di rendere il nostro museo uno spazio fisico attraverso cui conoscere una comunità, una cultura e un territorio. Come si mangia, come si produce, come si vive e perchè. Il lavoro di Keys, e dei suoi colleghi, non può essere rubricato in steccati esclusivamente medico-scientifici. C’è l’antropologia, la sociologia, l’ecologia e la storia locale dentro il concetto di Dieta mediterraenea. E c’è la possibilità di toccare con mano, ascoltare dai protagonisti ed imparare a praticare questo stile di vita”.

 

  • Oltre ad eventi e attività didattiche in loco, esistono riferimenti ed iniziative fuori regione?

“Dopo il grande lavoro fatto in occasione di Expo (vedi foto), dove il museo è stato presente per due mesi col Comune di Pollica all’interno del padiglione della FAO – Keep International School, ci siamo concentrati su un’opera di profondo rinnovamento dell’offerta museale. Oggi abbiamo un centro sulla costa cilentana che prova a parlare al mondo intero, raccontando un modello di alimentarsi e di vivere che malgrado esista da millenni, rappresenta un modello di futuro possibile e sostenibile.  Sono tante le iniziative che in tutta Italia si sviluppano aattorno a questo tema, ma Pioppi con la sua storia credo rappresenti meglio di qualunque altro posto il luogo di elezione di questo straordinario patrimonio”.

 

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