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Suona un po’ come un reboante titolo da telenovela tipo “Anche i ricchi piangono”, ma se può servire a rimarcare un concetto così importante, che sia: “Anche i bianchi invecchiano”… bene!

Se ne parlava di recente con i cugini dell’azienda Nifo Sarrapochiello nel Sannio, provincia di Benevento: patria della mitica Falanghina e dell’Aglianico del Taburno (quarta e ultima DOCG della Campania, massimo riconoscimento della legge italiana). Questo in occasione degli incontri organizzati dall’attivo e presente Consorzio del Sannio nell’ambito del tour previsto per i vincitori del premio FBA2016 di Malvarosa quando ho trascorso con piacere 2 giorni informali e piacevoli presso l’azienda di cui sopra: Nifo Sarrapochiello, a Ponte (BN). E se ne parlava di fronte a ben 4 versioni di Falanghina: Spumante (metodo Charmat), la Bio (come recita l’etichetta), la classica Falanghina del Sannio DOC, fino a alla mia versione preferita “Alenta”: da vendemmia tardiva con più colore e profumi e complessità ed equilibrio!

chiara giorleo in sannio area, campania

chiara giorleo in sannio area, campania

Le riflessioni sono state tante ma due sono quelle che mi piace riportare:

  • la versatilità della Falanghina (come risulta evidente) e la piacevolezza di questo vino, ancora troppo spesso “sottovalutato” – soprattutto all’estero – in quanto considerato un vino “facile” e niente più! FALSO
  • l’importanza, anche per la Falanghina – vino fresco più che da invecchiamento – di attendere, in modo da berlo non dopo pochissimi mesi dalla vendemmia!  VERO

Insomma, è ancora pratica diffusissima, tra ristoratori e consumatori, cercare il vino dell’ultima vendemmia già nei primi mesi dell’anno quando, invece, per molti bianchi sarebbe bene attendere almeno (almeno!) la primavera-estate (io dico anche di più). Ce lo dimostra l’Alenta di Nifo Sarrapochiello che, nel caso specifico, con una raccolta tardiva delle uve del 2014 e un periodo di lavorazione ed affinamento più lungo ho degustato ora (Novembre, 2016) con grande soddisfazione e con un potenziale di qualche altro anno ancora!

[E questo senza la necessità di andare a scomodare nomi noti e grandi classici che di anni alle spalle, ne hanno ben più di 2 o 3!]

Per i più curiosi ecco le note del vino Alenta Falanghina Del Sannio Vendemmia Tardiva D.O.C.: Al naso è potente con note di buccia di pera, limone candito e una grande mineralità, sul sottofondo erbette rinfrescanti e un tocco leggero di zafferano. Il sorso è pieno con una acidità perfettamente integrata e un lungo retro di frutta secca e tostatura. Beva scorrevole e particolarmente piacevole con trama raffinata.

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