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Di grande fascino, i vini “figli dei territori vulcanici” ci svelano le proprie radici in modo inequivocabile seppur assumendo sfumature diverse in base a vitigno, collocazione esatta e naturalmente mano, mente e anima del produttore.

Mario Soldati definisce i vini dell’Etna “catramosi … per le qualità carboniche e vulcaniche della terra in cui crescono”. Io porto nel cuore i vini del Vesuvio ed in particolare quella Falanghina dei Campi Flegrei che tanto si distingue dalla vicina Falanghina del Sannio innanzitutto per saporosità e di cui trovo ottima espressione nella produzione delle Cantine Astroni, ad esempio.

Ma non basta, in Italia ce ne sono tanti. Così ho approfittato di uno degli appuntamenti in programma all’Only Wine Festival di Città di Castello (Umbria), evento che intriga per il proprio focus sulle piccole produzioni e dove, oltre ai banchi d’assaggio con oltre 100 cantine, le occasioni di degustazione sono potenziate e spalmate su temi vari, tra questi la degustazione guidata “I vini del fuoco”.

Al di là dell’analisi dei singoli vini mi sono divertita ad intercettare le diverse sfumature “vulcaniche” che ciascuno riusciva ad esprimere. Un esercizio che meriterebbe approfondimenti di ogni sorta.

 

  • Sesto 21 – Frascati Superiore D.O.C.G. 2015 – Casata Mergè

Oltre alle note tipiche del Sauvignon soprattutto al naso, l’influenza vulcanica si esprime soprattutto con una bella salinità al palato

  • Villa Barbi- Orvieto Classico D.o.c. 2015 – Decugnano dei Barbi

In questo caso sono evidenti note di pietra focaia e gesso sin dalle prime olfazioni

  • Luigi e Giovanna – Orvieto D.o.c. Classico Superiore 2013 – Barberani

Un vino di bella intensità, fumè in coerenza naso-bocca

  • Runcata – Soave Superiore 2014 – Corte Giacobbe

Lo zolfo torna a sbuffi. Cenere in bocca, retro affumicato

  • Albare – Soave D.o.c. 2010 – Az.agr.Portinari

Cenere ancora, soprattutto al naso. Morbido durante l’assaggio ma subito sapido sul finale

  • Millesulmare- Sicilia D.o.c. Bianco 2014 – SantaMariaLaNave

Una nota “bruciata” che ricorda la Creme brulèe e invita subito al sorso dove si rivela più giovane di quello che pensavo

  • Calmarossa- Etna D.o.c. rosso 2014 – SantaMariaLaNave

è un mix di cenere e fumo al naso, Galanti (miglior sommelier d’Italia 2015 che guida la degustazione) evoca il “camino spento”. Ma anche olive nere che in qualche modo rimandano comunque alla sapidità. Potente, prepotente, salino all’assaggio.

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