Print Friendly, PDF & Email

 

L’azienda Tramin è tra le più rappresentative di Termeno (da cui prende il nome) e dell’Alto Adige in generale, per 3 motivi principali:

  1. Perché è un eccellente esempio di cooperativa come pochi ce ne sono in Italia, in altrettanto poche regioni;
  2. Per la tensione acido-sapida e la mineralità dei vini tipiche di quel terroir;
  3. Per l’attenzione alla sostenibilità tangibile già dalla stessa struttura aziendale, progettata e realizzata per confondersi col paesaggio.

cantina Tramin

Cantina Tramin, dettaglio

Grazie ad una recente degustazione organizzata dall’Associazione a Tavola con Bacco a Perugia ho avuto modo di riprovare una buona parte della vasta gamma. Ma invece di soffermarmi sui soliti noti e quindi, ad esempio, sull’eleganza del  Gewürztraminer, soprattutto il pluripremiato “Nussbaumer”, che pur restando ancorato alle sensazioni aromatiche più tipiche: da quelle floreali (come la rosa) a quelle tropicali (come litchi e melone) le articola ulteriormente con sbuffi aggiuntivi di rosa gialla, acqua di rose e gigli e le combina a una speziatura mista di curry, cannella, noce moscata così come succo di lime e zenzero candito che arricchiscono una beva scorrevole e sensuale. Così come sarebbe facile pensare alla vendemmia tardiva che, a mio avviso, sublima l’essenza di questo vitigno esaltandone la stravaganza olfattiva se ci si destreggia così sapientemente con l’equilibrio acidità-concentrazione come riescono a casa Tramin con il “Roen” della linea “Vini d’autore” o, ancora, dalla stessa linea, allo “Stoan” ricco blend di Chardonnay 65%, Sauvignon 20%, Pinot Bianco10%, Gewürztraminer 5% che offre complessità e un gran bel potenziale di invecchiamento.

Mi soffermo invece su un monovitigno della linea dei classici: il Sauvignon “Pepi” (2017) che ho trovato di straordinario equilibrio. Un vino ispirato dalla concezione francese del Sauvignon della Loira con sottili ma incisive note vegetali di asparago e succo d’aloe e un carattere fruttato a metà strada tra agrumi e tropicale con una nota di pompelmo rosa e un tocco di sambuco su uno sfondo roccioso che si ritrova al palato: Il sorso è decisamente sapido, netto, franco per un richiamo continuo al sorso dall’armonia che si modella anche grazie intorno a una puntuale corrispondenza naso-bocca e un’elegante espressività del vitigno. Un bouquet arioso grazie alla permanenza in legno grande (8 mesi) e una trama dalla decisa consistenza setosa anche grazie alla permanenza sui lieviti e alla carica glicerica seppur ben integrata.

pepi sauvignon

 

Condividi: