Ciliegiolo d’Italia, alla sua quarta edizione, si conferma portavoce efficace di un vitigno che dall’Italia centrale (e non solo) sta richiamando su di sé un evidente interesse. Vino rosso fruttato e succoso, più o meno leggero, fresco e variamente tannico, godibile e immediato ma non per questo evanescente o inconsistente.
Il Ciliegiolo risponde, evidentemente, a una precisa richiesta di mercato: quella di immediatezza e facile-beva. Il rischio potrebbe essere quello di lasciare tutto all’iniziativa di un singolo o di un piccolo gruppo di produttori, invece è grazie ad eventi dedicati come questo che si costruisce un’identità chiara intorno ad un vino che merita di uscire dalle sole “grinfie di esperti-maniaci” per arrivare nei bicchieri di tutti, tanto più che i connotati specifici si riscontrano, appunto, in una godibilità che non richiede troppe spiegazioni.
Ciliegiolo d’Italia si svolge a Narni, nell’Umbria meridionale, città fulcro e simbolo di una nuova Umbria: quella che riesce a completare il quadro dei rossi di una regione più nota per gli imponenti “vini del nord” come il Torgiano (a base di Sangiovese) e il Sagrantino dai tannini potenti, battezzando la versione regionale come ‘Ciliegiolo di Narni’ la cui Associazione (Associazione dei Produttori di Ciliegiolo di Narni) – presieduta dal noto produttore Leonardo Bussoletti – è uno dei principali promotori della manifestazione.
Un evento, svoltosi quest’anno 19 e 20 maggio, che si presenta come una ghiotta occasione di scoprire un bel numero di produttori ben focalizzati sulla produzione di questo vitigno, distinguere le produzioni regionali, in particolare lo stile umbro e quello toscano, nonché fare riflessioni più ampie durante i seminari tematici. Grazie, infatti, agli incontri guidati, ad esempio, da Armando Castagno e Carlo Macchi è emerso proprio come il vasto panorama vitivinicolo italiano offra un’ampia gamma di prodotti catalogati come vini di grande ‘bevibilità’: il Bardolino in Veneto, La Schiava in Aldo Adige, il Piedirosso in Campania, il Rossese in Liguria, il Dolcetto in Piemonte e chi più ne ha più ne metta; uscendo, così, dal luogo comune che ci ha attanagliati per anni secondo cui un vino importante è quello “alcolico, super-concentrato perché così deve essere se si vuole – perché si deve – conservarlo negli anni”.
Come da prassi ecco i vini che ho preferito per eventuali “liste-della-spesa” in enoteca e simili:
CILIEGIOLO D’ITALIA 2018: UMBRIA
(Qui – in base ai vini in degustazione – si evince uno stile diffuso volto ad esaltare finezza e brio)
- ROSSO NARNI IGT 2017 “05035” – LEONARDO BUSSOLETTI
Leggermente vinoso ma ancor più fruttato con note di ciliegia e un tocco di liquirizia. Vibrante, chiama al secondo sorso. Netto e pulito
- CILIEGIOLO IGT 2016 “BRECCIARO” – LEONARDO BUSSOLETTI
Naso profondo con note di frutti scuri e leggero boisé che richiama il legno di sandalo, finale balsamico. Pieno, morbido, di buon corpo ma allo stesso tempo scorrevole e teso
- CILIEGIOLO NARNI IGT 2017 – VALLANTICA
Vinoso ma anche e soprattutto fruttato con note di ribes, un tocco vegetale di geranio, rosmarino. Ancora un po’ scomposto al sorso ma con un bel potenziale che lascia ben sperare
- AMELIA CILIEGIOLO DOC 2016 “CARMINO” – ZANCHI
Una ciliegia quasi in confettura rende il naso dolce e molto accattivante. In bocca torna una rotondità che rende il vino gradevole ma mai “piacione”. Intenso e di facile beva
CILIEGIOLO D’ITALIA 2018: TOSCANA
(Qui – in base ai campioni degustati – è evidente un uso del legno più frequente)
- CILIEGIOLO TOSCANA DOC 2016 “VIGNA VALLERANA ALTA” – ANTONIO CAMILLO
Il frutto maturo si alterna a note tostate di fumo e caffè, un bel ritmo anche in bocca dove entra morbido e poi è sostenuto da una propria trama relativamente tannica
- CILIEGIOLO TOSCANA IGT 2017 – CASA ALLE VACCHE
Non particolarmente complesso ma immediato e gradevole con una nota di yogurt alla fragola (leggi: fruttolo, se esiste ancora)
- ROSSO TOSCANA IGT 2015 “DONNA FLAVIA” – CAPPELLA DI SANT’ANDREA
Mora, viola leggermente appassita, una vaga speziatura. Presenta una certa materia e un tannino lieve e setoso
- CILIEGIOLO MAREMMA TOSCANA DOC 2013 “SAN LORENZO”- SASSOTONDO
Ottimo esempio di Ciliegiolo “maturo”. Il naso è fine e di buona complessità con note di sandalo, chiodi di garofano e mora, legno di qualità; media struttura
- CILIEGIOLO IGT 2016 “BRIGLIA”- TERRE DELL’ETRURIA
Naso penetrante con note di marasca e un sorso fruttato ma scattante
CILIEGIOLO D’ITALIA 2018: ALTRE REGIONI
- CILIEGIOLO IGT ROSATO 2017 “VAL DI MAGRA” – AZIENDA AGRICOLA CONTE PICEDI BENETTINI (Liguria)
Elegante già alla vista dove fa mostra di sé un colore salmone luminoso. Un bellissimo naso offre note di finocchio e fragoline. In bocca è pieno, fresco ma soprattutto caratterizzato da una sapidità che allunga il sorso
- CILIEGIOLO MARCHE IGT 2015 “CERESI” – GAGLIARDI
Vinoso con soffi di pot-pourrì e mirtillo. Sorso intrigante e articolato, di grande bevibilità
- CILIEGIOLO IGT 2017- MARA OLIVIERI (Lazio)
merita una menzione: al naso è penetrante e ricorda note di legno di cedro, frutti di bosco e mentuccia. Corpo medio, tannino di qualità e retro tostato