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Un Abruzzo dinamico, fiero e focalizzato. Questa è la mia impressione dopo il recente tour in Abruzzo. Una regione del Sud per colore, accoglienza e solarità. Le nuove generazioni sono ormai a lavoro a pieno regime contribuendo a una sana iniezione di conoscenza tecnica ed entusiasmo insieme che hanno rinvigorito una produzione da cui mi aspetto di sentir parlare molto di più negli anni a venire.

la tipica chitarra alla teramana con polpettine

I nomi più noti fanno da traino ad un’economia in ascesa che crede in un progetto territoriale dall’immagine sempre più chiara. Un quadro piuttosto definito che si basa su un’identità costruita sui due vitigni locali già a partire dai nomi: Trebbiano d’Abruzzo e soprattutto il grande rosso regionale Montepulciano d’Abruzzo ben conosciuto e diffuso all’estero.

Chiusa Grande, dettaglio vigne

Ecco una breve panoramica delle aziende che ho visitato recentemente e che ho apprezzato particolarmente, ciascuna per un motivo ben preciso, oltre alle due note quanto notevoli Azienda Agricola Valentini e Azienda Agricola Emidio Pepe di cui ho già scritto qui e qui.

 

CHIUSA GRANDE (Nocciano)

Azienda conosciuta, ormai dagli anni 90, per la “vinosofia” in cui credono con lungimiranza il titolare Franco D’Eusanio e figli. Con circa 70 ettari la produzione di 600.000 bottiglie (biologica) si basa su alcuni principi fondamentali: quelli edonistico, salutistico ed emozionale promossi già in cantina con un percorso sensoriale (fatto di luci e recitazioni da provare in prima persona) ma anche all’esterno grazie ad un focalizzato lavoro di comunicazione che parte, ad esempio, dalle etichette fino ad arrivare al CD di musiche jazz dedicate a ciascun vino o a un libro ben curato che racchiude una visione completa e affascinante del vino andando oltre qualsiasi tecnicismo di sorta.

Degustazione sensoriale con Franco D’Eusanio at Chiusa Grande

La linea produttiva è ampia e completa e dopo aver provato diverse etichette faccio fatica a selezionarne solo alcune. Tra queste il D’Eus bianco, Metodo classico da Pecorino, Chardonnay e Montepulciano d’Abruzzo che mi stupisce per carattere e intensità insieme a Integro, vino frizzante da Metodo Ancestrale (a base di Chardonnay) che consente, come spesso accade in questi casi (di prodotti col fondo), una doppia degustazione man mano che ci si avvicina al deposito: un vino ricco dove albicocca, fieno e bergamotto si combinano nella definizione di un sorso di grande piacevolezza.

integro by chiusa grande

Bello il Trebbiano d’Abruzzo DOC “Mattè” 2017, vellutato e maturo dalle intriganti note di erbette che si confondono con fiori bianchi e zafferano. Così come il Cerasuolo “Natura” 2017 (senza solfiti) dal colore carico (da salasso operato sul “Natura” rosso): carnoso, pungente e versatile.
Molto diversi e affascinanti i risultati della produzione in pietra, un progetto del 2011 che riprende la vecchia tradizione di utilizzare le vasche rocciose di Petra Iniqua (di Pietranico) per la vinificazione: “In Petra” bianco, Trebbiano DOC (Trebbiano e Pecorino) e “In Petra” rosso (Montepulciano DOC) condividono un carattere leggermente ossidativo, pienezza e sapidità. Intrigante la Cococciola della linea Vinosophia 2017, varietà protagonista dell’espansione identitaria regionale.

vasche in pietra da Chiusa Grande

CATALDI MADONNA (Ofena)

Qui Giulia C. M. mi presenta con orgoglio il territorio di Ofena nella zona più interna e noto come “il forno” dell’Abruzzo perché situato a valle con clima mediterraneo; questo se ci si dimentica il ghiacciaio di 4 Ha che mitiga e rende speciale un territorio molto diverso dalla zona che si spinge verso il litorale.

Giulia Cataldi Madonna

Sono i primi a credere nel Pecorino qui in Abruzzo e senza cambiargli nome (eventualmente anche per renderlo più elegante) per il quale, dopo le numerose prove, sono arrivati ad usare solo acciaio. Azienda storica (biologica) che parte nel 1920 con Luigi Cataldi Madonna già noto a Soldati e oggi, con Giulia (IV generazione), punta su una lavorazione in stile riduttivo e limitato uso del legno.
30 Ha per circa 230.000 bottiglie tra le quali la linea delle “selezioni” lavorata a parte in una piccola cantina non a caso chiamata “Barbie” (con tanto di bambola all’ingresso, 3000 bottiglie per tipo). Uno dei prodotti più noti e iconici è probabilmente Malandrino con il quale sono stati tra i primi ad abbandonare il legno per il Montepulciano, tornando al cemento del nonno.
Tra i vini mi colpiscono, quindi, il Pecorino “Giulia” Bianco IGT 2017 vivace e persistente che promette un buon potenziale; il premiato Cerasuolo d’Abruzzo “Piè delle Vigne” Rosato DOC speciale blend di 85% di Montepulciano vinificato in bianco e 15% vinificato in rosso per mezzo della tradizionale tecnica detta “svacata”. Il risultato è sorprendente: un vino dal colore intenso; delicato e verace, teso, fruttato e leggermente tannico, molto versatile. Infine il “Malandrino” Montepulciano d’Abruzzo DOC 2017 lavorato in cemento e acciaio. Pungente con note di prugna, pepe verde, pasta di mandorle e noce. Materia e freschezza si combinano in un equilibrio che lo rende molto bevibile, il loro obiettivo principale.

Cataldi Madonna, vigne in tempesta

MASCIARELLI (San Martino sulla Marrucina)

Azienda figlia del coraggio e dell’intraprendenza, quelli di un giovanissimo Gianni M. che investe nella sua terra riuscendo addirittura a divenire traino di un’intera regione e che, ancora oggi, ha lasciato in eredità la passione per un territorio ad alta vocazione in una posizione di particolare fascino come si può osservare ad occhio nudo dal bellissimo Castello di Semivicoli. Oggi la proprietà si espande in tutte le province con 2 milioni di bottiglie per diverse linee che includono vini da uve territoriali o internazionali fini e ben diversificati.

Castello di Semivicoli, ingresso

Tra i miei preferiti il Trebbiano d’Abruzzo della linea ‘Castello di Semivicoli’ 2014, ancora giovane dopo 4 anni con alternanza di frutto maturo e cenere; sapido e pieno con un bel potenziale ancora. Importante sottolineare la definizione ma anche l’iniziativa benefica del Pecorino 2017 della stessa linea dedicato di anno in anno ai bambini (quest’anno per un orfanotrofio abruzzese).

Le etichette dedicate ai bambini del Pecorino Castello di Semivicoli (Masciarelli)

E poi la novità di quest’anno: il Syrah Colline Pescaresi IGT 2015 della linea internazionale (Marina Cvetić) uscito a settembre, profondo, asciutto e pungente ma ancora un po’ chiuso e in via di integrazione; così come chiede tempo il Marina Cvetić “Iskra” Colline Teramane DOCG 2015 da Controguerra: denso e compatto con note di tartufo e mon-chéri nonostante un tannino ancora troppo presente che taglia la persistenza gusto-olfattiva. Elegantissimo il Montepulciano d’Abruzzo DOC della linea Villa Gemma 2012 seguita direttamente da Miriam Lee (brand manager) la quale proprio con questa annata (2012) è tornata gradualmente al vecchio stile con lavorazione in acciaio e barrique non molto tostate; il vino è presentato sul mercato solo quando ritenuto pronto senza quindi seguire la regolarità delle annate: arioso e concentrato con richiami di frutta scura e ancora un ottimo potenziale.

degustazione vini masciarelli

 

ILLUMINATI (Controguerra)

Un riferimento storico del territorio e della regione con Dino Illuminati ancora ben presente e, a dir poco, affezionato al suo lavoro. Un totale di circa 1,2 mln di bottiglie di cui il 70% esportate, Illuminati offre un ampio ventaglio al fine di valorizzare non solo i vitigni più noti ma anche quelli protagonisti di una rinascita abruzzese che ruota intorno a uve ancor più territoriali in vista di un’identità sempre più circoscritta (ex. Pecorino, Cococciola). Qui mi colpiscono soprattutto i rossi e la bevibilità del Montepulciano che ritrovo ancora una volta, con piacere, in questo tour abruzzese.

bottiglie storiche (Illuminati)

Tra questi “Ilico” Montepulciano d’Abruzzo DOC 2015 che, complice un’annata molto buona in zona, si presenta sottile e fine sia al naso sia al palato: goloso ma pur sempre snello; più internazionale il “Lumen” Controguerra DOC rosso Riserva dove trovo un equilibrato scambio tra il Cabernet Sauvignon e il Montepulciano d’Abruzzo: asciutto ma ancora una volta bevibile con note di legno (piccolo) presente ma mai invadente. Ottimo “Zanna” Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG Riserva 2013 maturato solo in botte grande dal naso ancora piuttosto chiuso ma delicato e arricchito da una macchia mediterranea molto intrigante; materico, elegante, armonico con una bella freschezza che lo snellisce molto. Da non perdere la terrazza panoramica su vigne e areale.

terrazza (Illuminati)

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