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Si potrebbe scrivere per mesi delle Langhe, del Piemonte e dei vini fantastici che vengono prodotti; il più noto è certamente il fatidico rosso Nebbiolo ed è sempre dall’uva Nebbiolo che si producono anche Barbaresco e Barolo.

Ho già scritto di questo territorio dal carattere rustico come i suoi abitanti che sembrano essere rimasti gli stessi di qualche decina di anni fa, tempi in cui la realtà langarola era ben lontana dai clamori internazionali che hanno portato il Barolo ad essere considerato uno dei migliori vini del mondo. E ci credo.

(ecco il link per approfondire il territorio in generale, la comunicazione –come sono solita fare nei miei report- e molto altro).

E, come già trattato anche questo aspetto, tutto accade anche grazie ad un fenomeno, quello dei Barolo Boys, un gruppo di giovani produttori che tra gli anni ’80 e ’90 sceglie di dare una svolta alla produzione di questo vino … con un successo che h

langhe area

langhe area

a fatto tanto discutere e continua a far discutere ancora oggi classificando, banalmente, i produttori con 2 etichette così limitative: modernisti (in riferimento a chi preferisce l’affinamento in barrique francesi) e tradizionalisti (che preferiscono l’affinamento del Barolo in grandi botti di legno). Chiaramente c’è molto altro ma, se questo fenomeno è stato in grado di creare fermento intorno ad un vino che ha così tanto da dire… ben venga!

A questo punto, se avete letto i precedenti riferimenti possiamo andare oltre! Perché vorrei riportare alcune note su qualche altro produttore che ho avuto la fortuna di incontrare, in modo da approfondire ulteriormente il discorso e ampliare la lista di vini e cantine che amo tanto.

MAURO VEGLIO

Appena arrivo ci iniziamo a scherzare già un po’ su, mi riferisco alla storia dei Barolo-boys; così si definiscono subito “modernisti”. Mauro e la moglie sono gentili e accoglienti, anche carismatici: lo avverti subito e sedersi al tavolo di fronte alla vetrata che affaccia sul panorama esterno in una limpida giornata, non ha prezzo.

Sono qui per caso o… “per destino” mi piace pensare, dato che Mauro, un po’ di anni addietro, ha rischiato di vendere i terreni, erano tempi non sospetti, tempi difficili, ma non ha mai trovato un buon accordo… e meno male! I Barolo Arborina e Castelletto si rincorrono per qualità e finezza, l’Arborina con maggiore delicatezza (essendo prodotto a La Morra), il secondo dritto e deciso

icardi

icardi

da apprezzare anche nei primi anni di vita quando si lascia già apprezzare per carattere e pienezza.

ICARDI

Scrivere dell’azienda e della famiglia Icardi richiederebbe approfondimenti di varia natura. Dalle scelte di vera naturalità che hanno portato Claudio Icardi a fondare un brand a sé “Cascina San Lazzaro” con 2 vini completamente biodinamici e moto gradevoli; alla beneficienza con l’associazione Cottolengo di Torino, di cui scrivevo nel report su Vinitaly 2015. Per poi arrivare alla sintonia e alla simpatia di Claudio e la sorella, i quali, in armonia come i propri vini, ti accolgono come se fossi a casa loro per degustare tanti vini, tutti piacevoli, tutti coinvolgenti,  di cui ho scritto e postato singolarmente.

GIUSEPPE MASCARELLO

Un mito, in tutti i sensi! Quando arrivi in cantina, ti senti come se bussassi a casa di qualcuno con cui hai un appuntamento: la porta si apre, tu entri e non trovi nessuno; allora ti addentri un alto po’ e scorgi il proprietario di casa mentre sta lavando a terra e senza alzare lo sguardo ti dice “Si, si ti aspettavo, vieni, vieni”. Insomma stai entrando a casa loro e loro stanno lavorando; ma che non si interrompano mai mi viene da dire! Si tratta, chiaramente ed evidentemente di un esempio in un certo senso metaforico per rappresentare naturalezza, semplicità e concretezza! Ecco perché sono quasi incuranti anche dei fatidici

vecchie bottiglie di giuseppe mascarello

vecchie bottiglie di giuseppe mascarello

punteggi delle riviste americane nonostante le file che aumentano di anno in anno presso il loro piccolo stand di Vinitaly!

D’altra parte che vini! E non mi riferisco solo ai grandi Barolo dal noto Monprivato al Villero e al Perno-Vigna Santo Stefano ma anche agli altri splendidi vini: la Barbera d’Alba “Cadamonte” prodotta addirittura in un cru di Barolo; e la (Langhe) Freisa Toetto, un vino spesso sottovalutato ma che una volta incontrato, soprattutto in questa azienda, non si abbandona!

PODERI ALDO CONTERNO

Tappe che non si possono perdere. Non solo per i vini di spessore ma anche per la location. Chi è stato nelle Langhe e ha percorso quelle strade interne, incantandosi, ha certamente notato la tenuta fiabesca di questa azienda dagli spazi immensi e che, quindi, consentono esperimenti e lavorazioni che pochi, molto pochi, possono permettersi.

poderi aldo contHo avuto il piacere di incontrare Giacomo Conterno, figlio di Aldo che a suo tempo si separò dal fratello (Giovanni) e dall’azienda del padre, la nota “Giacomo Conterno” (oggi gestita dai figli di Giovanni), per iniziare un percorso autonomo che ha raggiunto punte di eccellenza. Anche in questo caso non mi riferisco solo agli splendidi Barolo, tra questi abbiamo provato le ultime annate del “Romirasco” (il cru probabilmente più importante con un documento che ne attesta la presenza in mappa già nel 1875), il “Cicala” (versione più rustica), il “Colonnello” (più delicato, “femminile” come si suol dire); mi riferisco anche ad una Barbera elegante, intensa, sapida, equilibrata.

La maggior parte di questi vini sono prodotti in quantità ridottissime rispetto al potenziale (potenziale calcolato in base alla quantità di uve e vino che ne potrebbe derivare), tutto per puntare ad un livello di eccellenza riscontrabile in bottiglia.

CHIARA BOSCHIS

Una delle mie produttrici preferite, senza dubbio. Per la qualità dei vini (mi spiace essere ripetitiva ma le Langhe sono una miniera d’oro), per personalità, per carisma.

da chiara boschis

da chiara boschis

È una delle protagoniste della storia dei Barolo Boys e, come allora, non ha perso quella carica, quello spirito, quel sorriso.

“A quel tempo, i giovani figli di contadini avevano conosciuto condizioni veramente difficili e dovevano decidere se vendere e andarsene oppure restare e allora decidono di mettersi insieme e creare condizioni migliori”

Siamo salvi, possiamo ancora bere questi vini meravigliosi!

Ho amato tantissimo il suo Dolcetto che lei stessa ritiene “da riscoprire”, per non parlare del Barolo “Mosconi”, ricco, opulento, generoso, beviamo infatti la 2009 che si caratterizza proprio per questi elementi. Infine uno splendido “Cannubi” (noto cru di Barolo dal valore inpensabile), annata 2005: chi prova questi vini non torna più indietro!

ELIO ALTARE

da elio altare

da elio altare

Elio è il padre, coraggioso protagonista della storia dei Barolo Boys e Silvia è la figlia dinamica e coinvolgente, decisa e simpaticissima che conquista appassionati, esperti, consumatori e clienti come è accaduto con me.

Silvia ci tiene subito a smontare eventuali “miti” creatisi attorno a questo fenomeno dei Barolo Boys secondo cui ci sarebbe stata una qualche forma di attrito tra coloro che vengono definiti “modersnisti” (come Elio) e i “tradizionalisti” che invece erano amici (come Elio e Barolo Mascarello!).

Ottimi i vini ma mi piace sottolineare la bontà non solo del vino ma di un progetto di beneficenza: il nome è comune al vino di altri produttori, “Insieme” appunto e si tratta di un rosso, un blend diverso per ogni azienda ma collegato agli altri e vendibile in unica cassa con tutte le versione dei diversi produttor,; un vino “sociale” promosso insieme e il cui ricavato va in beneficienza.

NOn basta anche un altro progetto “eroico” nelle Cinque Terre, niente male!!

DOMENICO CLERICO

Struttura moderna e di grandi dimensioni, un centro di produzione immerso nel paesaggio rurale… in tutti i sensi. I vini sono assolutamente territoriali, con quantità piuttosto limitate e che non vogliono aumentare -nonostante il buon successo- pur di

domenico clerico

domenico clerico

mantenere il pieno controllo. Simbolo aziendale una piccola stella che li contraddistingue simbolicamente e non solo direi.

Famiglia legata a quella di Eraldo Viberti, altro produttore che amo tantissimo in questa zona e di cui ho scritto (leggi qui), fratello della moglie di Domenico… ci sarà qualcosa che scorre nel sangue di questi abitanti, complimenti!

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