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mappa cirò

Calabria region, Cirò is the orange area

Come promesso torno nuovamente sul vino Cirò un vino autentico del sud. Siamo in Calabria, in provincia di Crotone e proprio di recente ho scritto di questo territorio e delle caratteristiche più importanti di questo vino (leggi qui). Ci sono tornata per approfondire e chiacchierare con qualche altro produttore e tra questi alcuni di importante rilevanza storica.

landscape

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Come accennavo nel precedente articolo e, in particolare, nella sezione comunicazione, si tratta di un territorio -quello calabrese in generale- in grande crescita e fermento! Recentemente, in occasione di Radici del Sud (concorso dedicato solo ai vini meridionali che si tiene in Puglia da 10 anni, ho avuto modo di chiedere un parere soprattutto ai colleghi giornalisti ed esperti internazionali. Volevo capire le loro impressioni e il grado di conoscenza di tutte queste varietà meridionali. Ebbene, un dato emerso diffusamente è stato proprio il grado di apprezzamento dei vini calabresi… questi sconosciuti…. tanto per essere ironici!

E allora vale ancora di più la pena tornarci,;così, integro volentieri il Focus sul Cirò di cui sopra.

vines

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LIBRANDI

2,5 mln di bottiglie di cui il 60% all’estero. Azienda storica gestita ormai dalla IV generazione e alla quale si deve, ancora oggi, un lavoro di recupero, sperimentazione mai scontati. Quei marchi senza i quali i produttori giovani avrebbero ben altre difficoltà. Ottimo il rapporto qualità-prezzo non solo dei Cirò (rosso, bianco e rosato) ma anche di vini molto apprezzati come ho potuto constatare in diverse occasioni come il rosato Terre Lontane (Val di Neto IGT), l’Efeso (Val di Neto IGT), vino bianco da uve Mantonico o il Critone (90% Chardonnay e 10% Sauvignon blanc) che trovo spesso nei ristoranti calabresi in estate e si fa sempre apprezzare anche a mare. Pluripremiati i rossi top di gamma: Gravello e Magno Megonio (entrambi Val di Neto IGT) di prezzo superiore. Importante anche l’impegno in comunicazione e promozione grazie

giansalvatore caparra

giansalvatore caparra

all’associazionismo con altri produttori della zona e della regione come Euvite che nasce dalla collaborazione di 5 aziende: oltre Librandi, Malaspina di Reggio Calabria, Statti di Catanzaro, Marini e Serracavallo di Cosenza.

CAPARRA&SICILIANI

Ancora un’azienda di rilevanza storica per questo vino, nata dall’unione di 2 famiglie che -appunto- hanno dato il nome al brand. La struttura è la stessa ed ecco che stanno nascendo i primi lavori e gli accorgimenti per potenziare ospitalità con una sala degustazione dedicata. Ospitalità che dovrebbe essere meglio sviluppata su tutto il territorio sfruttando il flusso turistico marittimo della costa. E se ciascuno ha i suoi riferimenti, quello di Caparra&Siciliani per l’accoglienza in cantina è il Sud Africa, stesso riferimento della cantina Marchesi di Barolo in Piemonte. Lavorano su circa 200 ettari di uve di proprietà dei soci, tutti nella zona Cirò e Cirò classico. 13 le etichette in totale incluso “Anniversary” (Cirò Rosso Classico Superiore in edizione limitata per i 50 anni dell’azienda), e i 2 “E-venti” (un rosso e un rosato), omaggio a Crotone, ‘città della vela’ e sede di un circolo velico emergente, come il nome lascia intuire.

a vita wines

a vita wines

Non ho dubbi sul mio preferito: Volvito (Cirò Superiore di cui bevo annata 2012), 100% Gaglioppo: di bella complessità al naso lascia note speziate, tostate, di amarena e ciliegia sottospirito. In bocca è pieno, morbido, con un tocco balsamico sul finale, tannico ma senza invadenza e persistente.

A VITA

Giovane produttore i cui vini sono in commercio dal 2010. Totalmente biologico e conosciuto per la sua minuzia. Un prodotto di nicchia, in poche bottiglie: ne produce 15.000 di cui 3 Cirò rossi e un rosato. Punta tutto sul territorio quindi lavora solo con Gaglioppo, l’uva eccellente della zona. Splendidi i vigneti di cui lascio le foto e interessante la degustazione dei rossi in vasca: i 3 rossi si distinguono infatti per il vigneto da cui provengono le uve; fanno tutti fermentazione in acciaio, solo la riserva affina in botte grande. Tutti di carattere, tutti di bella struttura e bel frutto. Mai farsi ingannare dal colore del rosato (dai riflessi granati), un vino sapido e di una

incisione 1845

incisione 1845

certa tannicità che vuole cibo. Il titolare Francesco De Franco si fa aiutare dalla moglie e ti accoglie nei suoi piccoli spazi con disegni realizzati da ragazzi delle scuole nell’ambito di iniziative volte a sensibilizzare tutto la comunità. È anche lui membro dei Cirò Boys, gruppo di giovani viticoltori di questa zona che “ruba” l’espressione ai colleghi piemontesi, per promuovere il territorio facendo sinergia.

IPPOLITO 1845

Ecco un altro riferimenti storico e solido per il territorio, anche grazie ai numerosi premi e i risultati di cui diversi vini si fregiano a livello nazionale e internazionale. Quello che apprezzo è la coerenza dei vini e dello stile di produzione, nonché l’impegno -anche qui- nella ricerca e nel recupero di vecchie varietà come, ad esempio, il Pecorello (bianco) e il Calabrese (rosso) che mi colpiscono entrambi per

160

160

piacevolezza ed equilibrio. L’anno di fondazione è il 1845 ed è una delle prime famiglie ad imbottigliare;  i vini sono 11: i Cirò (rosso, bianco e rosato) che non deludono, i 2 sopra menzionati, un greco bianco versione frizzante, un blend di Gaglioppo e

Cabernet Sauvignon (quest’ultimo al 30%), un passito di Greco Bianco e infine 3 rossi di eccezione. Tra questi un vino molto interessante, il “160“, un’idea nata nel 2005 per celebrare i 160 anni dell’azienda: parte delle uve vengono appassite da graticci, sulla scia dell’Amarone per capirci. Un vino molto interessante, con note di frutta rossa matura e cioccolato al naso. Morbido ma equilibrato, con note di cioccolato, armonico e persistente.

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