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Un vino unico, esattamente per natura. Cesare Avenia de Il Verro è il primo produttore a credere nel Coda di Pecora, vitigno autoctono che in provincia di Caserta, nord della Campania, è stato sottoposto ad un lungo iter per il riconoscimento nel registro nazionale con successo (inserito dal 2023).

da sx-mercurio, avenia, amodio, moschetti

In questi anni, Cesare ci ha fatto conoscere il vitigno nella versione più lineare: un bianco fermo che ha espresso la sua identità – di uva lenta e tardiva – soprattutto nella tendenza asciugante. Oggi invece è stato rilasciato lo Spumante Metodo Classico con 30 mesi sui lieviti in versione Extra Brut la cui sperimentazione inizia nel 2020 quando, dice: “serviva aggrapparsi al futuro con nuovi progetti” (vista l’emergenza COVID, ndr).

È così nato lo SHÈEÈP, che in inglese richiama il vitigno (CODA DI PECORA, appunto) nonché, allungandolo, l’effetto dell’apertura di una bottiglia di bolle.

Il Verro consta di 15 ettari di proprietà, di cui 5 impiantati con quattro vitigni autoctoni: Casavecchia, Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Coda di Pecora. Conduzione biologica, altitudine media e influenza vulcanica vista la prossimità del vulcano spento di Roccamonfina. Più precisamente, siamo a Formicola nell’alto casertano con vini, tutti in purezza per esaltare le caratteristiche di ciascun vitigno, classificati come IGP Terre del Volturno.

Una produzione limitatissima, di 1300 bottiglie, rende questo spumante ancora più ambito nonostante farà parlare di sé specialmente per la cura dietro ciascuna scelta e ogni passaggio. Un lavoro di squadra, sottolinea sempre Cesare, che si avvale del supporto dell’enologo Vincenzo Mercurio – il quale da subito lo avvia al biologico che naturalmente si prospettava in quel contesto – e del prof. Moschetti, microbiologo dell’Università di Palermo al suo secondo percorso di studio di un vitigno anche e proprio ai fini della registrazione.

I vini de Il Verro sono tutti fermentati con lieviti indigeni, ceppi aziendali in forma liofilizzata con coadiuvanti al minimo e una serie di accortezze previste dal metodo me.mo (merurio+moschetti) sia in vigna sia in cantina.

La degustazione si è tenuta presso Antica Hostaria Massa a Caserta e si è aperta con le bottiglie “sperimentali” di Pallagrello Bianco e Pallagrello Nero, annata 2019, guidata dalla collega Antonella Amodio, la quale ha seguito il percorso dell’azienda sin dagli esordi. Un’esperienza didattica e sorprendente anche per la difficoltà di reperire annate vecchie di vini da vitigni indigeni solo recentemente al centro del rinnovamento identitario della provincia di Caserta.

Ma il protagonista è stato, inutile a dirlo, lo spumante, solo oggi ritenuto finalmente pronto per il lancio. Coda di Pecora 100% la raccolta delle cui uve è anticipata di 4 settimane (rispetto alla versione ferma). Luminoso e naso sottile con note di annurca, arancia candita, erbe officinali, zucchero filato e soffi di anice e brioche. La bolla è decisamente cremosa, la beva integrata e molto equilibrata consentirà al Coda di Pecora di acquisire ulteriori amatori.

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