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l'articolo di Luciano Pignataro del 2010

l’articolo di Luciano Pignataro del 2010

Luciano Pignataro, affermato giornalista enogastronomico campano, qualche anno fa scriveva un pezzo su Il Mattino (storico e popolare giornale di Napoli), e dava “La” notizia: “un Greco di 8 anni fa grande bianco da elevamento”. Si riferiva al Greco della storica azienda campana Mastroberardino che si afferma con il celebre Radici Taurasi senza, però, trascurare mai i bianchi che in Campania sono numerosi ed eccellenti.

Lo ricordo bene quell’articolo perché in quegli anni mi occupavo dell’Ufficio stampa della Mastroberardino. Non solo, ero lì quando in azienda lanciammo la linea “Vintage”: le classiche bottiglie “dimenticate” in cantina e riscoperte -volontariamente- dopo un bel po’. Siamo nel 2010 e la Mastroberardino è pronta con 3 vini da lanciare: un Aglianico del 1998 (ho detto Aglianico signori, non Taurasi che, grazie ad un allevamento diverso in vigna e agli affinamenti più lunghi sia in legno sia in bottiglia, si presta molto più facilmente all’invecchiamento, leggi un precedente articolo qui); e poi 2 bianchi Greco di Tufo e Fiano di Avellino, entrambi del 2002. I calcoli tornano: Luciano nel suo articolo del 2010 parla del Greco di otto anni prima: del 2002!

E ricordo come fosse ieri lo studio dell’etichetta, cercavamo qualcosa di semplice che non stravolgesse l’immagine aziendale e che non fosse lontano dal carattere tradizionalista dell’azienda ma anche della linea cha andavamo a proporre. Finché, l’amministratore delegato nonché Direttore Marketing e Vendite, Dario Pennino, in una delle nostre riunioni prende un foglio A4 ed una penna e dice “perché non facciamo così (scarabocchiando): una scritta Vintage come fosse scritto a penna sull’etichetta” e così fu, dopo qualche prova l’etichetta era pronta: semplice, elegante, efficace (vedi foto su).

L’entusiasmo in azienda è alle stelle, si sapeva di affrontare un tema delicato (i bianchi da invecchiamento) ma che poche altre aziende avrebbero potuto affrontare con tanta naturalezza. Eh si, perché Mastroberardino è in grado di presentare una verticale di Fiano di Avellino nel 2014 partendo proprio dall’annata 2002, anzi no, Massimo Di Renzo, l’enologo, col suo fare pacato ci annuncia una sorpresa: un Fiano di Avellino 1998!

Siamo a Paestum in occasione delle Strade della Mozzarella, raffinato evento enogastronomico che si tiene da diversi anni per promuovere e riscoprire segreti, abbinamenti e curiosità su un prodotto tanto amato quanto unico: la Mozzarella di Bufala Campana (presentavo l’evento in un precedente articolo: leggi qui).

Ancora meglio, siamo nello spazio “Looking for white” creato e presentato da diversi anni da Luciano Pignataro, il quale insieme a Massimo di Renzo e Maria Sarnataro (AIS Cilento) ci intrattengono in questo percorso gusto-olfattivo come pochi.

La degustazione si è tenuta così: Fiano Vintage 2010 e 2009 in anteprima (ebbene si, nonostante oggi sul mercato siamo abituati a trovare vini bianchi di 2/3 anni più vecchi, questi sono ancora troppo giovani per essere degni di tale etichetta); poi 2008, 2006, 2002 e come accennavo 1998! La mia preferita? La 2002, dite sia una questione di legame affettivo?!

Vini con un equilibrio incredibile, sembra che facciano legno pur non essendo così, vini eleganti, che lasciano spazio all’insieme: non ci sono picchi di una nota piuttosto che un’altra.

Ora, io le note sui vini ce le ho ma davvero crediate ce ne sia bisogno? Però, per i più rigorosi rimando a chi prima di me aveva già provveduto a pubblicarle: rimando al pezzo di Marina Alaimo, sul blog di Luciano Pignataro stesso: http://www.lucianopignataro.it/a/grande-notizia-lsdm-verticale-del-fiano-di-avellino-vintage-matroberardino/72183/

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