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In questo periodo dell’anno si tengono diversi concorsi di vini nazionali e internazionali. Ciascuna cantina si sceglie quelli che preferisce, certe altre non partecipano affatto. I costi non sono un aspetto da tralasciare, generalmente si paga una certa quota per ciascun vino con il quale si decide di partecipare per poi mandare i campioni richiesti, per ovviare ad eventuali sostituzioni in caso di difetti e affinché queste siano sufficienti per i diversi step.

(i 2 prestigiosi concorsi internazionali di Londra, presi qui ad esempio, prevedono un fee poco più alto delle 100£ in linea di massima e richiedono circa 4/5 campioni del vino iscritto alla competizione).

decanter wine awards in london

decanter wine awards in london

Come direbbe Chris Ashton, direttore dell’IWC (international Wine Challenge) di Londra, il costo di partecipazione ad IWC è irrilevante considerando la pubblicità che deriverebbe da una medaglia o da un riconoscimento, se confrontato ad una campagna di marketing classicamente intesa, volta a raggiungere lo stesso livello di visibilità e prestigio.

La pensano così in Asia dove questi concorsi, soprattutto i 2 appuntamenti londinesi di rilievo internazionale (IWC e Decanter World Wine Awards) hanno un successo notevole e sono molto seguiti. Decanter ha addirittura previsto una versione asiatica degli Award stessi.

L’anno scorso ho avuto modo di approfondire il noto concorso di Decanter (leggi qualche curiosità qui e qui), quest’anno ho partecipato allo storico concorso IWC di cui a breve riporterò più dettagliatamente per analizzare i risultati e anche il meccanismo.

Oggi mi preme affrontare un aspetto controverso che distingue molti concorsi come, ad esempio, proprio i 2 appena citati.

I concorsi prevedono degustazioni “alla cieca” cioè a bottiglie coperte in modo che i giudici non possano vedere etichetta e produttore, è previsto -però- un foglio illustrativo circa alcune informazioni salienti come l’annata, le uve, la zona di produzione. La discussione sorge circa l’indicazione del prezzo o, meglio, della fascia di prezzo.

iwc 3

bottiglie coperte nel corso dell’ IWC a Londra

Nello specifico: Decanter prevede questa informazione, premiando i vini in base alla fascia di prezzo di appartenenza; mentre IWC esclude appositamente questa informazione. Le letture possono essere 2:

  1. (IPOTESI FAVOREVOLE ALL’ESCLUSIONE DEL PREZZO) In effetti, da un lato, conoscere la fascia di prezzo di quel vino potrebbe facilmente condizionare il giudizio e il Neuromarketing, di cui mi piacerebbe scrivere più approfonditamente, dimostra proprio questo: quanto sia facile essere condizionati da diversi elementi che siano essi grafici o altro nella valutazione di un prodotto addirittura attivando parti del cervello ulteriori! Beh certo, se un vino di prezzo inferiore vincesse su un vino di prezzo alto, ci sarebbe tanto da riflettere a prescindere da qualsiasi interpretazione;
  2. (IPOTESI FAVOREVOLE ALL’INDICAZIONE DEI PREZZI).D’altro canto, però, ogni vino, anche quello più abbordabile, ha il suo perchè e potrebbe avere un ottimo rapporto qualità prezzo, mentre se inseriamo indistintamente un vino dall’alto rapporto qualità-prezzo ma economico in una batteria con vini di altissima gamma, frutto di grandi selezioni e, quindi di prezzo molto più alto, il primo sarebbe sempre, ingiustamente, penalizzato quando, invece, è più che valido e coerente per la propria fascia e la propria categoria.

 

…punti di vista…

qual è il tuo?!

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