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Dire o scrivere che Radici del Sud 2018 si è chiuso con successo suonerebbe quantomeno scontato, qualcuno penserebbe “la solita frase che si usa a chiusura di un appuntamento” eppure l’entusiasmo dei giornalisti internazionali (e non) si rinnova con regolarità.

D’altra parte non sono frequenti né così intense le occasioni per un focus così delineato sugli autoctoni del Sud Italia che quest’anno è iniziato con i 2 giorni di concorso (leggi qui i vincitori così come le giurie, a cui partecipo sempre con sincero piacere) e relativo approfondimento delle singole varietà suddivise in singole batterie per poi proseguire con il press tour (mentre i buyer procedevano ad incontrare i produttori). E poi basta osservare, appunto, le tappe organizzate da Nicola Campanile (organizzatore della kermesse) e suo staff per comprenderne il valore.

radici del sud 2018 – press tour

Il salone si è aperto con la verticale del bianco campano meglio conosciuto probabilmente, il Greco di Tufo, e specificamente quello della giovane azienda Sertura (leggi qui il pezzo) che sta dimostrando grandi serietà e tenacia.

Dopo la prima giornata di concorso siamo invece ospiti della azienda Coppi a Turi (BA) dove oltre alle splendide e famose ciliegie locali (dette “ferrovia”) abbiamo modo di provare ricette tipiche tenute segrete (nonostante qualche diretta richiesta) e, naturalmente, i vini aziendali che dimostrano una grande crescita dell’azienda negli anni.

coppi

Il terzo giorno il concorso è finito e noi giornalisti siamo ospiti nelle Tenute Emera di Claudio Quarta (a Lizzano, Taranto), che ci regala un’accoglienza genuina e spontanea. Alessandra Quarta, figlia di Claudio, riesce con il suo sorriso a trasmettere un trasporto che mi fa pensare ad un percorso interiore di grande profondità. I vini sono tutti tesi all’eleganza, spesso alla “sofficità” con punte di eccellenza sui rossi.

tenute emera di claudio quarta

Poi si arriva a Gallipoli (Lecce) dove incontriamo i Coppola. Oltre al fascino della città, incluso il frantoio che con la sua attività ha reso ricca l’area, mi colpisce l’approccio orgoglioso e generoso dei titolari. La Cantina Coppola (1489) ha una dimensione contenuta di 15 ettari (per circa 100.000 bottiglie all’anno) ma notevoli sono gli investimenti in termini di enoturismo che invito ad approfondire non appena in zona. Ma mi soffermo in particolare su una delle degustazioni che ho apprezzato maggiormente a Radici: la verticale del loro Negroamaro “Li Cuti” Alezio DOC rosso (DOC di cui sono gli unici produttori) che mostra grandissima territorialità e verità nei calici nonché una speciale attenzione ai dettagli a partire dai tappi stessi che dimostrano, nel loro variare, una ricerca volta all’esaltazione del prodotto in sé strettamente correlata alla ‘protezione’ della qualità.

Negroamaro Li Cuti Doc Alezio – Cantine Coppola

Interessanti, ad ogni modo, tutti i prodotti aziendali a partire dalla linea cosiddetta ‘base’ che offre un ottimo rapporto qualità-prezzo.

alla scoperta delle Cantine Coppola

Azienda in qualche modo legata alla Duca Carlo Guarini (a Scorrano, Lecce) con cui condividono il bravissimo enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi (non sono io a dirlo, sono i bicchieri che parlano) d0ve l’atmosfera che riescono ad offrire con un pranzo o una cena degustazione nel loro  giardino è insuperabile.

pronti per la degustazione da Duca Carlo Guarini

Dalle bolle di Negroamaro al Negroamaro in bianco (che producono solo queste ultime 2 aziende) al rosato e ai rossi, procediamo con crescente curiosità apprezzando la bevibilità anche delle annate più calde, con un uso del legno più che sapiente e una cortesia specchio dello spirito che poi si riversa in quelle bottiglie.

pranzo in giardino – Duca Carlo Guarini

Ultima e non per importanza come sarà facile intuire, è stata la tappa presso la Cantina Garofano (a Copertino, Lecce) dove Renata e Stefano con le solite affabilità e professionalità ci hanno sorpreso con una verticale del loro rosato Girofle con tanto di riflessioni che ne scaturiscono (leggi il pezzo qui).

tour gallipoli

Ecco la breve ma densa rassegna di una settimana all’insegna della tipicità, del gusto per la verità e della ricerca di quel caldo scambio di cui il Sud incarna le connotazioni più autentiche.

 

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