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Uno dei temi ricorrenti in questi anni è sicuramente il recupero dei vitigni autoctoni, testimoni quanto più fedeli delle tradizioni locali. Sempre più spesso, però, mi chiedo quante volte si rivela un mero esercizio di accondiscendenza nei confronti di mode più o meno passeggere o condizionamenti di sorta. Non è certamente il caso del Trebbiano Spoletino che si è fatto strada con determinazione nell’Umbria di Spoleto e dintorni. E quest’anno eccoci a Trevi per la III edizione di deGusto (il focus annuale dedicato). Molti ipotizzano un legame etimologico tra la città e il vitigno facendo risalire il termine latino “Trebianus” a “Trebia”, cioè del territorio di Trevi, poichè Trebbia era l’antico nome di Trevi. In ogni caso è innegabile la tradizione locale di produrre Vinsanto con questo vitigno, localmente chiamato anche Trebbiano di Trevi.

Il Trebbiano Spoletino è il bianco dai mille volti che non solo si offre come potente alternativa al patrimonio rossista della regione ma, in più, offre una versatilità come pochi altri casi prestandosi, così, ad un’eterogeneità di espressioni stilistiche.

Oltre al fascino dell’alberata di cui si trovano ancora pochi esempi, i vini che ne derivano risultano strutturati ma di un corpo sostenuto da una concentrazione di sentori per nulla banale che spesso cedono a toni amari su un finale generalmente lungo; a questo si aggiunga una tensione acido sapida per intuire anche il potenziale di invecchiamento di un bianco disponibile sotto numerose spoglie: dalle lavorazioni più classiche e nitide in acciaio alla maturazione in legno, dai macerati agli spumanti.

Facendo ordine tra i miei appunti riporto qualche assaggio che mi ha colpito particolarmente.

 

·       Trebbiano Spoletino Superiore DOC 2017 (Colle Uncinano): luminoso, dai tratti aromatici sostenuti da un floreale spinto che lascia spazio a pesca bianca e cipria. Secco più che vibrante, coerente e tipicamente amaricante sul finale, con personalità

 

·       Trebbiano Spoletino Superiore DOC 2017 (Agricola San Sabino): compatto e acceso offre un naso disegnato da scorza di limone candito, macchia mediterranea e spezie dolci. Il sorso è morbido e la trama avvolgente, asciutto e persistente

 

·       Trebbiano Spoletino DOC Spoleto, Anteprima Tonda 2017 (Antonelli San Marco): una certezza nel panorama regionale; naso intrigante, speziato ma anche fruttato (pera) con richiami di gelsomino. Equilibrato e giocoso

 

·       Trebbiano Spoletino DOC Spoleto Benedetti e Grigi 2017 (Benedetti e Grigi): un vino sottile, nitido ed elegante che profuma di genziana, pesca bianca e burro fuso. L’affabilità gustativa si bilancia perfettamente con freschezza e sapidità, invita al secondo sorso

 

·       Trebbiano Spoletino IGT Umbria 2018 (Bocale): il frutto è maturo, torna la macchia mediterranea che si affianca ad un sentore medicinale. Di buona intensità ma non impattante, coerente e composto

 

·       Trebbiano Spoletino DOC Spoleto Del Posto 2017 (Perticaia): un vino stratificato che si concede ampio pur rinunciando agli eccessi. Naso franco di tropicale maturo, foglia di limone, pepe bianco. Pieno, fresco e appagante

 

·       Trebbiano Spoletino IGT Umbria Le Tese 2017 (Romanelli): a mio avviso l’azienda che meglio gestisce le macerazioni. La luce colta all’analisi visiva annuncia un vino in gran forma con profumi di pot-pourri, un naso dolce e vagamente speziato. Asciutto ma anche vibrante e persistente

 

·       Trebbiano Spoletino Umbria IGT Goccio 2018 (Dionigi): erbette officinali, salvia e pesca gialla delineano un quadro olfattivo contenuto ma invitante che si conferma al sorso appagante e armonico

 

·       Trebbiano Spoletino IGT Umbria Arneto 2017 (Tenuta Bellafonte): al naso è fine con note di frutto della passione, sentori dolci e fumo in sottofondo al palato è rotondo, mai cedevole, sussurrato ma di carattere, ottimo il potenziale

 

·       Montefalco Bianco DOC Sperella 2018 (Tenuta Bellafonte): stessa azienda, linea e annate diverse, questa è una versione più giovane e immediata con note di camomilla, scorza d’arancia amara e erbette di campo. Teso ed equilibrato al sorso, bella persistenza, chiaro il progetto di base

 

·       Trebbiano Spoletino IGT Umbria Cantaluce 2017 (Colsanto – LIVON): per gli amanti del genere, un vino più marcato dalle evidenti lavorazioni in legno che imprimono un carattere chiaro ma pur sempre equilibrato con note di nocciola tostata e frutta matura; bella sapidità, interessante allungo.

 

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