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Spritz fa estate… e non solo!

Spritz fa sicuramente “italiano” nonostante il nome derivi dal tedesco (spritzen=spruzzare) e che siano stati gli austriaci, in Veneto, ad avviare la pratica di “spruzzare” acqua/seltz nel vino che trovavano troppo forte.

[Parliamo del cocktail-aperitivo di colore arancio acceso a base di vino bianco o spesso Prosecco, seltz e Aperol o Campari].

Ne scrivo pensando al pezzo critico di Scanzi il quale lo definisce “il cine-panettone degli aperitivi” suggerendo che c’è molto di meglio da bere.

Non so se sono sicura di condividere l’idea che sia un miscuglio ben poco definito in termini di qualità…

Oppure, probabilmente, la pensiamo esattamente alla stessa maniera.

Lungi da me sposare la tesi dei puristi a tutti i costi seppure -come in cucina- quando il prodotto di partenza è eccellente (nel nostro caso il vino o Prosecco) è davvero un peccato “sporcarlo”, ma devo ammettere che io lo Spritz lo ordino proprio quando -in caso di aperitivo- ho (seri) dubbi sulla qualità del vino disponibile in quel posto!

Ecco l’ho detto!

spritz-confetti

spritz-confetti

Salvo, naturalmente, le solite eccezioni e salvo, ancora, il caso in cui si beva in Veneto dov’è nato e dove queste eccezioni -in genere- si localizzano, non a caso direi.

Certo, tutto lasciando fuori dalla discussione il solito merchandising o, peggio ancora, i prodotti al gusto Spritz come il preparato per torta Cameo e perfino i confetti!

Ma come al solito le opinioni sono contrastanti: se qualcuno lo odia, molti altri lo amano e allora se ne vuoi sapere di più ecco un articolo approfondito di Slow Food che ho letto con piacere proprio in questi giorni!

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