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Curiosità

Nel mondo del vino ci sono delle tappe obbligate. Obbligate per capire il successo di certi vini, l’approccio comunicativo di quei vini conosciuti in ogni angolo del mondo, vini divenuti punto di riferimento per molte produzioni del globo terrestre.

Così nel corso della mia permanenza a Torino non potevo non pensare di prendere l’auto e partire. Non nego il mio interesse

clos

clos

per la Champagne e allora il piano è subito fatto: parto da Torino, arrivo in Borgogna in meno di 4 ore, mi fermo per qualche giorno e poi riparto per Champagne, altra tappa di un po’ di giorni e si rientra.

“Peccato” che fosse Febbraio con picchi di meno 6 gradi + vento: si congelava! Ma la scelta è voluta: a febbraio non ci sono turisti (e ci credo!) e le cantine non sono prese dalla vendemmia ad esempio, periodo sempre delicato.

Procederò, come sempre, per brevi paragrafi concludendo con qualche nota di degustazione.

Storia

In questo caso, trovo necessario sottolineare alcuni tratti storici che trovo rilevanti e credo possano fornire diversi spunti di riflessione al fine di capire il percorso e soprattutto le radici di un’arte di fare vino e spiegano il motivo di tanto clamore. Procederò per punti:

  • La storia del vino in Borgogna ha origini molto antiche ma si deve molto ai religiosi -come spesso accade in questo settore- che nel VII sec lasciano una traccia inconfondibile: i “clos”, vigneti circondati da muretti e simbolo di qualità.
  • Un passaggio importante nella cultura commerciale direi, si verifica nel XVII sec, quando la Borgogna era un Ducato senza sbocco fluviale. Così, si decise di produrre una qualità veramente alta tale da giustificare un prezzo superiore che potesse coprire anche le spese di trasporto;
  • La rivoluzione francese cambia la prospettiva in quanto le estese proprietà vengono confiscate e vendute in piccoli appezzamenti. Ecco perché, ancora oggi, le tenute sono tutte piccole: la dimensione media è di circa 7 ettari (questo comporta una notevole imprevedibilità, ecco perché il 60% del vino Borgogna viene acquistato in botti, mescolato con vini dello stesso tipo al fine di ottenere una certa continuità anno dopo anno; il vino è affinato e venduto dai nogociants).
  • già nell’800 si inizia a parlare di classificazione parlando già di vini di prima, seconda e terza linea ma con l’arrivo della filossera (insetto che colpì i vigneti di mezzo mondo) cambia tutto il sistema e i vitigni si riducono a 4:oltre ai celebri Chardonnay e Pinot Nero troviamo Aligotè (bianco) e Gamay (rosso).

Territorio e vini

burgundy map

burgundy map

MAPPA

MAPPA

La Borgogna è la zona più settentrionale d’Europa in grado di dare vini (rossi) di qualità. È un simbolo della viticoltura francese e non solo.

Le uve e, quindi, i vini più importanti sono il bianco Chardonnay e il rosso Pinot nero (che insieme rappresentano l’85% della produzione totale), punto di riferimento per i produttori di mezzo mondo. In realtà essi assumono “forme” diverse nella propria stessa zona di produzione qui in Borgogna stessa anche in base allo stile di produzione. Tutti abbiamo sentito parlare del fatidico “Chablis”, ebbene si tratta di uno Chardonnay prodotto nella zona più a nord della Borgogna che tendenzialmente prevede solo una lavorazione in acciaio donando note fresche e fruttate, vegetali e floreali; mentre nella Côte d’Or, leggermente più a sud, spesso è prevista una lavorazione in legno che dona caratteri più complessi. Si tratta solo di un esempio per semplificare al massimo, ma procediamo con ordine.

La Borgogna è una striscia stretta e lunga circa 220km tra lo Chablis a nord e il Beaujolais a sud, considerando -tra l’altro- che lo Chablis si distacca da tutta la striscia sottostante.

Facile immaginare che clima e terreni cambiano notevolmente ed è questa una caratteristica propria della Borgogna “il terreno cambia a ogni passo”. In ogni caso, si tratta di un clima prevalentemente continentale. La nostra “striscia” è collocata leggermente a sud e ad est di Parigi e si può suddividere in 5 sottozone (da nord verso sud: Chablis, Côte d’Or, Chalonnais, Mâconnais, Beaujolais). Oltre allo Chablis, la zona principe è sicuramente la Côte d’Or, sempre a nord e di circa 50km che si divide a sua volta in Côte de Nuits a nord, famosa per il Pinot Nero e la Côte de Beaune a sud, nota per i bianchi e più precisamente il fatidico Chardonnay.

clos de vougeot

clos de vougeot

Ecco io mi son piazzata lì, a Nuits-Saint-Georges, cittadina nel cuore della Côte d’Or provando a gustare un po’ questo blasonato Pinot nero e spingendomi un po’ verso il sud alla ricerca dello Chardonnay, seguono alcune brevi note.

La comunicazione

La Francia, e in questo caso la Borgogna, godono di un alone di fascino difficili da spiegare e tradurre in termini di strategie e piani di comunicazione. Certamente, però, questo è il frutto di molti più anni di storia e investimento nella trasmissione di un messaggio molto semplice: “qualità e unicità”. Inutile tesserne le lodi, il fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Nonostante una simpatia non sempre scontata dei transalpini, ciò che posso confermare è la buona organizzazione in termini di ospitalità per turista o amatore, spesso a cura di organizzazioni ed enti specifici che lasciano le cantine fare il proprio lavoro anche date -spesso- le dimensioni ridotte. Al contempo, quindi, il territorio e i produttori conservano quel tocco di ruralità, artigianalità che ci si aspetta da quello che è solo uno dei settori, seppur così ricco e fascinoso, dell’agricoltura. Per non parlare della bellezza dei muretti che circondano i vigneti, gli ingressi in pietra.

Ciò su cui mi soffermerei -invece- è la lettura dell’etichetta e quindi delle denominazioni:

  • la più generale è l’appelation régionale, vini da uve raccolte su tutto il territorio. Es. “Bourgogne Pinot, Bourgogne Chardonnay”;
  • il campo si restringe e la qualità inizia a differenziarsi con l’appellation communale: vini con uve provenienti da un singolo territorio comunale, detti vini del “village”;
  • fino ad arrivare ai noti Premier Cru. I vigneti dei comuni sono divisi in piccole parcelle dette “climat”, i migliori climat danno origine ai premier cru;
  • infine, i top di gamma che raggiungono prezzi spesso inaccessibili: i Grand Cru, l’eccellenza. (Tra i più conosciuti si ricordano La Tâche, Echézeaux, Grand Echézeaux, Richebourg ad esempio).

Tra le aziende più note, la fatidica Romanée-Conti tra le aziende più importanti nel mondo!

 

Le cantine

Qualche mese prima a Parigi avevo conosciuto Loic Aubert, titolare di un’enoteca al centro di Parigi, il quale svolge un lavoro

da philippe colin

da philippe colin

interessante cercando di far conoscere i territori e i singoli produttori grazie ad eventi di degustazione ben studiati e coinvolgenti, che si tengono con regolarità in enoteca.

Loic e qualche altro contatto, mi hanno dato una serie di suggerimenti utilissimi.Non mancherò di tornare e approfondire sempre di più. Ecco alcune note dei vini che ho preferito:

DOMAINE TERRES DE VELLE

Ho apprezzato molto il tour con Sophie, lei è stato molto, molto gentile fin dall’inizio, disponibile e informativa; ho apprezzato molto i suoi vini. Sophie e suo marito hanno iniziato il loro sogno di recente, nel 2009, gestendo in affitto la proprietà acquistata da un investitore dati i prezzi della zona! Lavorano su circa 6 ettari per 30.000 bottiglie (60% bianchi, 40% rossi) per diversE denominazione (suddivise tra regionale, villaggio e il premier cru).

Sono a Côte de Beaune, regione conosciuta per i bianchi. Tutti i vini sono eleganti e immediati.

DOMAINE PHILIPPE COLIN

Uno dei miei preferiti di sicuro, soprattutto se si pensa al rapporto qualità-prezzo! Sto parlando sia dei bianchi sia dei rossi. Ottima l’ospitalità, il tour è stato veramente piacevole! Anche loro sono a Côte de Beaune, quindi producono principalmente bianchi (70%, 30% di rossi). Lavorano su 12 ettari. Che vini i loro Chassagne-Montrachet- Le Vergers Premier Cru 2011 e Chassagne- Montrachet – Le Chenevottes Premier Cru 2011 per equilibrio, eleganza e persistenza. Qui si possono imparare due lezioni importanti: come lavorare  con il legno con sapienza soprattutto per i bianchi e quanto è importante bere bianchi con qualche anno in più!

galeyrand

galeyrand

DOMAINE JEROME GALEYRAND

Siamo a Gevrey Chambertin, forse la zona di produzione più importante per Pinot Noir! Spesso, qui in Borgogna, si procede prima con la degustazione dei campione di botte per capire la differenza e i caratteri di ciascun vino prima ancora dell’imbottigliamento ed è incredibile quanto funzioni!

Jerome inizia la sua avventura nel 2002, affittando vigneti e appositi locali per la vinificazione. Ho amato il suo Pinot Noir Le Croisette 2013, un “semplice” village: note di radici di liquirizia e frutti di bosco, fresco e strutturato, morbido ed elegante.

Sta studiando e pensando seriamente alla produzione biodinamica!

ANNE GROS

Una produttrice molto conosciuta nel mondo con 6,5 ettari per 30.000 bottiglie. Inizia nel 1988, quando aveva qualcosa come 20 anni, diventando una delle prime donne del vino in zona. Solo dopo un duro lavoro diventata famosa e ora la figlia le dà una grande mano.

Siamo in Côte de Nuits, dove i rossi sono favolosi, infatti Anne produce un paio di bianchi e poi diversi rossi, tra cui Premier Cru e Grand cru come i famigerati Echezeaux e Richebourg, resi gloriosi dalla Romanèe-Conti, di cui sopra.

Ho provato entrambi: Echezeaux è davvero intenso, con note di frutti neri, spezie; è assolutamente morbido e rotondo, profondo e persistente con retro di piccoli frutti rossi e neri e un tocco di liquirizia, sin dai campioni di botte. Richebourg è letteralmente

anne gros

anne gros

setoso, strutturato, si possono trovare sia le note floreali e fruttate così come quelle di cuoio e un tocco di prugne in confettura e liquirizia nel finale. Una grande personalità, cambia ad ogni sorso!

CHATEAUX CLOS DE VOUGEOT

È un posto più “turistico” oggi, ma davvero affascinante ed ero curiosa di scattare qualche foto e scoprirne di più.

Una azienda vitivinicola fondata nel 12° secolo da monaci. Nel 16° secolo, un castello in stile rinascimentale è stato aggiunto agli edifici esistenti. Anche se Chateau du Clos de Vougeot non produce più vino, rimane il simbolo della millenaria storia della Borgogna. La Confraternita dei Cavalieri del Tastevin acquisì il Castello nel 1945 trasformandolo in sede dell’Ordine.

Oggi si può visitare con il caveau, gli antichi spazi di vinificazione, imponenti strumenti di lavorazione. Clos de Vougeot (o Clos Vougeot) è un vigneto -racchiuso dai famosi muretti- di 50 ettari, il più grande vigneto Gran Cru a Côte de Nuits; oggi questi

ettari sono stati divisi e gestiti da diversi produttori nei dintorni per chi volesse scoprirli e provare i vini.

 

Mi scuso per eventuali mancanze

 

 

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