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Tutto il Sud alla ribalta, ebbene si!

Avviene grazie a Radici del Sud, evento che coinvolge tutti i vini autoctoni di Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, voluto da uno schivo ma appassionato Nicola Campanile con uno staff qualificato fatto di nomi non casuali e ben noti in altri ambiti, eventi, manifestazioni.

Quest’anno, presso l’Hotel Rondò di Bari, si è conclusa la decima edizione. La formula di 7 giorni è “complessa ma porta risultati alle aziende” come afferma Maurizio Gily, esperto piemontese innamorato del sud e direttamente coinvolto in questo rilevante appuntamento meridionale. Un appuntamento completo che comprende:

  1. Tre giornate di incontri BtoB tra produttori e buyer internazionali
  2. concorso dei vini raggruppati per vitigno di origine e valutati da giurie nazionali e internazionali composte da massimi esperti italiani e stranieri (ecco la lista completa);
  3. approfondimenti tematici, quest’anno con particolare focus sul mercato asiatico grazie a Debra Meiburg (Master of Wine Hong Kong);
  4. verticali e press tour nelle regioni meridionali coinvolte.
from left hand side: Pignataro-Giavedoni-Campanile

da sinistra: Pignataro-Giavedoni-Campanile

La kermesse si è chiusa lunedì 15 Giugno presso la Masseria Corte di Torrelonga (BA) dove il pubblico e gli operatori (molti ristoranti sono, infatti, chiusi di lunedì) hanno avuto accesso ai banchi di assaggio con tutti i vini in concorso, alla conferenza con proclamazione dei vincitori e alla cena conclusiva con abbinamento dei piatti preparati da 9 chef scelti tra i migliori del Sud!

Il motivo per cui apprezzo particolarmente questo appuntamento annuale è l’immenso impatto mediatico, e comunicativo in generale, che ha per tutto il meridione, troppe volte snobbato. Monty Waldin, tra le varie collaboratore di Decanter (nota rivista inglese) e membro della giuria internazionale in questa decima edizione, afferma che “ha avuto enormi sorprese da tutti i vini come -ad esempio- quelli calabresi che hanno raggiunto un livello spesso sconosciuto all’estero”. E l’attenzione da parte di esperti  di tutto il mondo è evidente se si scorrono i nomi dei

da destra: Cevola. Udsen

da sinistra: Cevola. Udsen

giurati che anno dopo anno hanno visto coinvolti i maggiori esperti tra buyer, giornalisti e sommelier come sottolinea il critico enogastronomico Luciano Pignataro, media partner dell’evento, direttamente coinvolto nell’organizzazione. Fabio Giavedoni, uno dei curatori della guida Slow Wine, e quest’anno membro della giuria nazionale di Radici, tiene a portare alla luce anche l’ottima organizzazione, non sempre scontata in eventi e concorsi nazionali e internazionali. Ed il messaggio di territorialità, insito nel nome stesso dell’evento, è

egregiamente lanciato da Alfonso Cevola,  noto giornalista italo americano: “non fate il vino in base a quello che vogliono gli altri paesi, noi vogliamo quello che piace a voi, quello che è vostro e tipico!”. Alfonso è stato cortesemente tradotto (dall’inglese all’italiano) da Ole Udsen, altro prezioso contributo a Radici dal nord Europa che sta lavorando su un nuovo libro sui vini del Sud Italia).

E quando qualcuno chiede delle “novità” di questa edizione alla ricerca di un titolo efficace, trova la risposta nelle parole di Nicola Campanile “nessuna novità ma solo conferme di rapporti di amicizia e supporti” (tra queste ricordo quella con Francesco Muci, presidente della giuria italiana). D’altra parte il numero di aziende continua ad aumentare, ben 181 le cantine a confronto in questo 2015!

Ecco i vincitori: http://radicidelsud.com/en/index.php/135-press-releases/486-the-winning-wine-from-2015-radici-del-sud-wine-competition

Ho avuto modo di provare una buona parte, a breve pubblicherò i miei migliori assaggi. Stay tuned.

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