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Con la nuova cantina, Pieropan si rinnova come riferimento di un territorio, quello del Soave, Veneto – specie quello Classico in collina – vulcanico e variegato, ricco di storia e patria di uno dei più significativi bianchi italiani da uve autoctone (protagonista il Garganega).

pieropan – le vigne

La nuova cantina è ufficialmente aperta da aprile 2022, isolata dalla collina in cui si inserisce e circondata da vigneti sperimentali per selezionare il portainnesto più adatto alla siccità. Dalla pianta circolare e talmente integrata che ti rendi conto delle dimensioni solo una volta dentro: si tratta infatti di 10.000 mq; i materiali provengono solo dalla regione Veneto, dalla semina veneziana alla facciata con pietra di Vicenza con fossili che richiama il fondale oceanico e così via.

pieropan – facciata

All’ingresso subito la storia della famiglia a parete per ricordarne il peso con l’acquisto della prima vigna nel 1901 fino ai successi del secondo dopoguerra, grazie anche all’arrivo della DOC nel ’68, quando il Soave insieme a qualche altra denominazione si fa portavoce del brand Italia nel mondo. I cru, il Calvarino nato dal prezioso confronto con Veronelli e, successivamente, La Rocca – tra i primi cru in Italia soprattutto con il passaggio in legno del secondo – arrivano per distinguere la qualità e le potenzialità territoriali dall’indefinita produzione cui portò un successo fuori controllo. Adesso in azienda si incrociano i figli di Leonildo, il quale apporta significativi cambiamenti dal 1966 ma scompare nel 2018: Andrea e Dario, IV generazione, per un capitale al 100% familiare e, al momento, 680.000 bottiglie l’anno.

Le sale interne sono separate ma consentono una perfetta integrazione tra percorso lavorativo e turistico senza sovrapposizioni o intoppi. Superato l’imbottigliamento e le taniche, risultano particolarmente accoglienti sia la sala del Calvarino con Tulipe e poi quella de La Rocca con i tonneaux e, infine, botti grandi.

pieropan – sala la rocca

Intrigante scoprire le loro evoluzioni negli anni soprattutto se si pensa che i vini sono disponibili da annata corrente e nelle annate più vecchie ma queste conservate negli anni in bottiglia oppure nei loro stessi contenitori di elevazione.
Sempre affascinante l’appassimento del Recioto mantenuta, invece, nei locali storici in paese.

pieropan – appassimento

Le mini verticali mi hanno concesso un quadro completo.

SOAVE CLASSICO DOC 2021

(in bottiglia da dicembre 2022 essendo l’unico vino sottoposto a diversi imbottigliamenti a seconda; 85% Garganega, 15% Trebbiano di Soave, maturato in cemento vetrificato).

Naso definito con floreale, nespola, pietra focaia e agrume maturo. Importante l’acidità tipicamente sostenuta dal Trebbiano di Soave; più austero al palato e decisamente gastronomico.

pieropan – calvarino

CALVARINO – Soave Classico DOC 2021

(in anteprima; 70% garganega – 30% Trebbiano di Soave; vigne dai 30 ai 60 anni; terreno basaltico; maturazione in vasche di cemento vetrificato con fecce fini per 12/15 mesi).

Ancora esuberante ma senz’altro promettente con note salmastre e quasi mentolate a rinfrescare il frutto giallo arricchito da sensazioni casearie. Al palato è coerente e promette un bello sviluppo.

CALVARINO Soave Classico DOC 2020

Naso variegato di fiore infuso, pepe verde, foglia di limone e polvere da sparo, vellutato e decisamente teso con finale asciutto e sapido. Tra i migliori assaggi grazie al terreno vulcanico che lo sostiene anche nelle annate meno classiche.

CALVARINO Soave Classico DOC 2016

Naso maturo con note di ananas, foglia di pomodoro, pesca fermentata, poi cenere e nocino. Ancora teso ma dalla bella trama tattile.

CALVARINO 5

(primo vino della collezione “Vini dell’Anima”. Nati da un progetto di Leonildo Pieropan e dei figli Dario e Andrea, è un blend di cinque annate di Calvarino [2008-2009-2010-2011-2012] affinate per almeno 10 anni in cemento)

Un mix di frutto a polpa gialla e lieviti, mandorla e un vegetale quasi da Sauvignon Blanc. Avvolgente e scattante al sorso con retro lungo da terziari.

pieropan – la rocca

LA ROCCA – Soave Classico DOC 2021

(100% Garganega; fermentazione e affinamento in tonneaux e botte grande da 2500 lt per 12 mesi)

Ginestra, percoca, pepe bianco e soffio etereo al naso. Morbido e caldo al palato, voluminoso ma saporito e in perfetto equilibrio. L’assenza del Trebbiano lo rende meno sferzante. Tra i migliori assaggi.

LA ROCCA Soave Classico DOC 2020

Più evoluto del 2020 con fiore secco, zafferano, buccia di arancia. Più sobrio al palato del 2021 causa un’annata meno regolare su cui il calcare si comporta diversamente dal terreno vulcanico (del Calvarino) che lo supporta anche in annate meno classiche nelle quali, invece, pare che La Rocca si stagli al top delle classifiche.

LA ROCCA Soave Classico DOC 2015

Conferma il quadro di cui sopra, l’annata piovosa e fresca lo rende più esile e stanco pur conservando il fascino del frutto maturo in coerenza naso-bocca.

Molto interessante la bevibilità dei più recenti arrivi della Valpolicella: Valpolicella Superiore e Amarone

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