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Oltre 8.000 viticoltori, 530 imbottigliatori, 24.600 Ha, 86 milioni di bottiglie prodotte all’anno e un serio investimento sulla biodiversità grazie al progetto Bi.Vi.Si (Biodiversità vitivinicola siciliana).
Sono questi i dati principali di una denominazione che rappresenta nel suo insieme la bellissima isola, la più grande del Mediterraneo: Sicilia DOC.
Una regione vinicola incline alla sostenibilità grazie al clima calda e piuttosto secco che rende il vigneto biologico siciliano il più esteso in Italia (con oltre 26.000 ettari).
La DOC Sicilia è nata nel 2011 ed è oggi guidata dal relativo Consorzio che ha recentemente organizzato un tour completo per focalizzare l’attenzione su una varietà cruciale: il Nero d’Avola, varietà nera locale e versatile, amata in tutto il mondo che per oltre il 60%  della produzione regionale, è etichettata come Sicilia DOC (la cui produzione è aumentata del +441% rispetto al 2017).

Il Nero d’Avola ha una storia profonda ma è sicuramente originario della Sicilia e, più specificamente, della zona di Avola/Noto (da cui prende il nome) anche se ormai diffuso in tutta l’Isola. Viste le diversità in termini di altitudine, composizione dei terreni e, naturalmente, delle scelte in cantina, è disponibile una gamma di stili in grado di soddisfare qualsiasi preferenza e adattarsi a qualsiasi stagione o abbinamento gastronomico.

discovery nero d’avola – icons

Il tour ha previsto la visita di alcune importanti tenute siciliane e, soprattutto, le degustazioni alla cieca di vini provenienti da zone diverse così come da annate diverse dimostrando, ancora una volta, la flessibilità della varietà. Sono stati individuati almeno 4 biotipi correlati a diverse macro-zone: Sicilia centro-meridionale,  Sicilia occidentale – il più diffuso – e quelli della Sicilia orientale che sono molto simili tra loro. Tutti sono resistenti alla siccità, un aspetto fondamentale dovuto alle condizioni locali insieme all’acidità tartarica naturale.
I vini della Sicilia centro-meridionale tendono ad avere un colore intenso con la più alta gradazione alcolica e tannini morbidi che consentono un buon potenziale di invecchiamento; mentre quelle del secondo biotipo assicurano una produzione costante e tendono ad essere più leggeri e immediati; infine, quelli della Sicilia Orientale, tendono ad avere un tenore di polifenoli più elevato del precedente ma un grado alcolico inferiore.

discovery nero d’avola – master class

In generale, sono tutti accomunati da sfumature di colore da medie a profonde, profumi di viola selvatica e soprattutto frutti rossi come di marasca (o neri) insieme ad un tocco speziato indipendentemente dalla maturazione in legno oltre ad un approccio tannico mai aggressivo, ecco che questo diventa una scelta stilistica; inoltre un equilibrio potenzialmente perfetto tra acidità pronunciata, concentrazione e polifenoli. I vini della terra d’origine tendono a distinguersi per un tocco più erbaceo che ricorda il Cabernet Franc, spesso descritto anche come una nota di cappero, e per la loro elevata acidità.

Ad maiora.

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