La Food Editore ha lanciato un nuovo blog per promuovere la cucina italiana nel mondo, uno dei primi articoli pubblicati è l’intervista che ho avuto modo di fare al giovane e talentuoso chef Diego Rigotti, recentemente premiato dalla guida Michelin come Miglior chef italiano emergente. (clicca qui per l’articolo originale, in lingua inglese, segue invece la traduzione in italiano.
A soli 30 anni è il più giovane chef premiato dalla Michelin in Italia… 30 anni, come me insomma.
Diego Rigotti ha lavorato con alcuni dei più grandi chef, sia in Italia che in Francia. Oggi è lo chef del Maso Franch in Trentino (nord Italia). Allora l’ho chiamato per fargli qualche domanda ed è stata una piacevole conversazione, Diego è stato veramente disponibile, il che non è affatto scontato
La mia prima domanda è stata: chi è Diego e qual è la ricetta ti rappresenta meglio?
La cosa più importante è quello di identificarsi con una cucina specifica, territoriale ed essere coerenti. Non esagerare mai. Serve basarsi sulle proprie radici, mettere il cuore in tutto quello che si fa, questo è tutto. Parto sempre da ricette tradizionali e aggiungo il mio tocco originale, inclusa la presentazione.
Il mio fiore all’occhiello è “Sottobosco”, un dolce che riproduce un bosco: cioccolato per riprodurre la terra, biscotti per riprodurre il muschio, e meringhe al posto dei funghi!
Pensi che “nouvelle cousine” sia solo una tendenza attuale ?
No, non lo è. Credo nell’importanza della presentazione del cibo che serviano. È un modo per comunicare con il cliente.
Perché la cucina italiana diversa, e talvolta anche migliore?
Perché abbiamo tutto. Abbiamo ingredienti di alta qualità, perfino i francesi vengono qui a comprare i nostri prodotti; e poi ogni regione d’Italia ha prodotti locali unici nonchè tradizioni da scoprire. E poi non dimentichiamo che siamo gli unici a servire il “primo piatto” : pasta e risotti sono esclusivamente italiani e molto molto apprezzati.
Allora perché la cucina italiana continua ad essere valutata da una realtà estera, quella francese nello specifico (la guida Michelin)?
Questo è il nostro limite! Noi non sosteniamo il nostro “brand” sufficientemente. Non investiamo abbastanza. Il mio percorso non è stato facile, soprattutto a causa della mia età, fino a quando ho incontrato i proprietari di Maso Franch i quali hanno creduto nelle mie capacità. Abbiamo iniziato alcuni anni fa con una sola struttura e oggi ne abbiamo 6 !
Il tema dei “giovani” è cruciale: qual è la tua opinione a riguardo?
L’Italia non crede nei giovani. Per fare un esempio, io ho avuto difficoltà a trovare sponsor per andare a Stoccolma a dove ho rappresentato l’Italia intera al Bocuse d’ Or. In altri paesi, i giovani ricevono sponsorizzazioni dal governo stesso.
Cosa suggerirebbe agli appassionati di cucina che si divertono tra i fornelli a casa?
Non seguire tutti questi programmi televisivi. Sono interessanti e spesso possono dare alcuni spunti ma la regola è: preparare ciò che ci si sente di, col proprio cuore. Essere semplici e seguire le proprie tradizioni, non copiare qualcun altro.
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