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Quando si parla della Campania si pensa a Napoli, alle coste e magari al Vesuvio ma c’è una area vitivinicola straordinaria e vivace nella parte interna: l’Irpinia, in zona Avellino, con il suo paesaggio collinare, quello che non ti aspetti in questa regione.

E quando si parla di Irpinia si pensa al Taurasi innanzitutto: vino rosso importante, pregiato, da invecchiamento insieme ai bianchi: il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo da considerarsi tra i migliori d’Italia. Non tutti sanno che esiste una discreta produzione di Vendemmie tardive e quando scrivo “discreta” mi riferisco esclusivamente ai numeri, non alla qualità!degu1

 

Allora ben vengano incontri come quello organizzato dall’AIS (Avellino), domenica 14 Dicembre nell’ambito della ricca rassegna “L’altro Natale” prevista dal 3 dicembre 2014 al 15 gennaio 2015 ad Avellino presso il Complesso Monumentale carcere borbonico. Per comunicare l’eccellenza produttiva di questa area interna e, più in generale, di un territorio dalle potenzialità immense.

 

Vendemmia tardiva non è vino passito già solo per il ben diverso residuo zuccherino: questo è uno dei concetti fondamentali, sottolineato soprattutto per coloro che approcciano a questo genere di produzione per la prima volta. Ciò che spesso inganna, è il colore magari evoluto e spinto su tonalità dorate o ambrate così come le note del bouquet che possono ricordare la frutta secca, il miele e così via. Ma poi è il gusto che toglie qualsiasi dubbio. La vendemmia tardiva è a metà strada tra un vino “tradizionale” e un passito e spesso si abbina bene a formaggi o alcuni tipi di dolci. Vendemmia tardiva significa raccolta posticipata delle uve al fine di ottenere una maturazione maggiore e quindi delle sensazioni diverse, di cui sopra, rispetto a quelle che regalano vini prodotti dalle stesse uve ma con raccolta “tradizionale”.

 

Così, dopo la tavola rotonda svoltasi in mattinata per un confronto con tecnici ed esperti della materia, l’AIS Avellino ha previsto una degustazione guidata, ecco i vini provati in compagnia degli stessi produttori:

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Una degustazione molto didattica e utile soprattutto per chi non conosce questa zona di produzione e questo genere di prodotto.

Interessante è stato il confronto tra 3 tipologie di uve: Falanghina, Fiano e Greco e tutti i produttori sono riusciti a catturare l’attenzione del pubblico colpendone i sensi! Ferma restando la generale sensazione positiva non nascondo i vini che ho preferito: il Fiano 2012 di Fonzone, un’azienda che mi conquista sempre di più e il Greco 2011 di Donnachiara, 2 prodotti molto diversi ma estremamente piacevoli, morbidi e persistenti. Il primo dal colore paglierino scarico con note di pera matura al naso, buona mineralità e grande eleganza, davvero ottimo; il secondo con un colore quasi ambrato data anche l’uva (il Greco regala tonalità più cariche rispetto al Fiano), l’anno in più, un passaggio in legno: un vino particolarmente piacevole, molto minerale con spiccate note di candito.

E la nota conclusiva spetta al coraggio di Roberto Di Meo che ci ha regalato un’emozione con il Fiano Vendemmia tardiva del 2000! Un vino che alla vista si presenta come se fosse molto ma molto più giovane e al naso è intenso, complesso con note di frutta secca ma anche fiori secchi, miele, agrumi canditi. Al palato è ancora giovane, piacevole, con una leggera nota di affumicato e nocciola tostata.

Complimenti a tutti!

 

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