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Curiosità

Una regione che sta facendo molto parlare di sé, quella dei cartelloni pubblicitari sulla metro di Londra e Parigi che hanno riscontrato un certo successo, quella dei vini alla ribalta che comunicano il territorio. La regione del mare e del vento, dei rossi ad alta gradazione e i rosati che non ti aspetti, dei piatti di pesce e dei “fornelli” (macellerie che ti lasciano scegliere i pezzi che preferisci e te li preparano al momento e sul posto).

BARI CENTRO

BARI CENTRO

Ebbene, chi tanto decanta i muretti (clos) della Borgogna probabilmente non è mai stato in Puglia dove i muretti a secco rendono il paesaggio di un fascino irresistibile facendoti dimenticare di aver perso la rotta… come spesso può accadere… ahimè.

Nonostante un repentino cambio del meteo che, sfortunatamente, ha intaccato i miei programmi, mi sono goduta questa terra splendida con base a Bari e tour delle cantine focalizzando, prevalentemente, sulla zona delle cosiddette Murge, nella Puglia centrale.

 

Territorio e uve

Le Murge si distinguono dalla zona più nota del Salento e relativi rossi Primitivo di Manduria  o Negroamaro che, ormai, hanno fatto il giro del mondo portandosi dietro le proprie origini.

Al suo interno ci sono sottozone con terreni e caratteristiche differenti: da suoli carsici che regalano un aspetto “lunare” (data la presenza di rocce chiare) a quelli tufacei.

Le murge includono le denominazioni Castel del Monte DOC e DOCG.

Il clima è quello tipico collinare nella parte interna con escursioni termiche e buone precipitazione; più mitigato andando sul mare – verso Trani ad esempio.

Tra i vini più noti c’è sicuramente il Nero di Troia da cui si ottiene un rosso, come lascia immaginare il nome stesso; ma le uve sono diverse, tra queste anche il Bombino bianco e rosso, il Primitivo Gioia del Colle e poi, nella zona costiera, il Moscato bianco da cui si produce il Moscato di Trani (DOP).

In generale, mi sembra di notare una mancanza di piena consapevolezza territoriale. Come se le singole cantine e quindi le singole produzioni fossero slegate e camminassero in direzioni diverse; forse manca un fil rouge che l’appartenenza ad una specifica area produttiva dovrebbe garantire pur considerando che ciascun produttore possa e debba mantenere il proprio stile

I MURETTI

I MURETTI

 

Enogastronomia

In zone come queste, come capita spesso in tutto lo stivale per nostra fortuna, non si può scindere il vino dal cibo e che piatti!

Prima di partire mi sono ben documentata per capire dove trovare il meglio. Insomma il pesce (soprattutto crudo) è al top: chiudi gli occhi, immagina un pesce che ti piace, ecco, in Puglia lo trovi crudo! E poi i panzerotti con cime di rapa oppure ricotta forte (cioè piccante e spesso direi “fortissima”!) rigorosamente fritti; la miriade di taralli: i migliori li trovi qui ed ogni singolo panificio  ha il suo stile, non ne trovi 2 uguali. Da non dimenticare le fantastiche orecchiette e poi, a Bari in particolare: riso patate e cozze che si cuoce al forno, ogni commento è superfluo. Potrei continuare per ore ma prima che mi venga troppa nostalgia passo al resto.

 

Comunicazione

Come al solito, nei miei report non manca un accenno all’approccio alla comunicazione. Comunicazione del vino, della terra, delle tradizioni.

Il fascino del territorio fa tantissimo perché conquista e allevia eventuali difficoltà, incanta e ti lega per sempre. Non posso, ad ogni modo, non essere obiettiva e dire che in questa occasione ho avuto poco supporto da alcuni enti di riferimento, inoltre mancano indicazioni sui percorsi da fare per raggiungere le cantine ad esempio. Per fortuna molto viene compensato dalla disponibilità e l’accoglienza dei singoli produttori che in molti casi vale il … rischio di perdersi!

Il carattere di questa terra è verace, i luoghi e la storia parlano da sé e pare che eventi, enti e investimenti in comunicazione si siano avviati nella giusta direzione lasciando presagire un cambio di rotta. Tra questi, ad esempio, l’evento-concorso “Radici del sud” che, da ormai 10 anni, accoglie in questo territorio giornalisti, buyer ed esperti da tutto il mondo per celebrare i vini di tutto il sud Italia a cui ho partecipato l’anno scorso in modo diretto e quindi ho avuto modo di apprezzare dall’interno.

 

Le cantine

Come al solito non è mai facile scegliere quali cantine visitare ma, naturalmente, le occasioni sono e saranno tante per cui non

POLVANERA

POLVANERA

mancherò di espandere questo Focus con ulteriori produttori e produzioni.

POLVANERA

Il nome della cantina deriva dal colore scuro dei terreni su cui lavorano. Hanno creduto e lavorato tanto per recuperare il Primitivo Gioia del Colle, altro rispetto a quello più noto del Salento ed è davvero interessante. Oggi le diverse bottiglie di Primitivo le identificano con un numero: 14, 16, 17 e questi numeri non rappresentano altro che la gradazione di massima delvino! Una scelta nata da un errore, come spesso accade, e che oggi li rende così facilmente riconoscibili grazie ad un semplice numero. Ottimi in ogni caso, in particolare il 14, annata 2011 e il 17, annata 2010 di grande piacevolezza, buon equilibrio e armonia e che non lasciano avvertire le gradazioni che nascondono.

PIETRAVENTOSA

Con Marianna, la titolare, ci si conosceva già ma questa è stata un’occasione perfetta per sederci a tavola insieme e abbinare i suoi vini a piatti tipici e deliziosi. Ho apprezzato moltissimo, infatti, il lavoro in cucina e in sala della Trattoria Pugliese (a Gioia del Colle). Tornando a noi, Marianna e il marito investono nel vino per passione, per creare uno sbocco futuro al figlio e così tra una telefonata a casa e una al distributore percepisco la verità delle cose: la vita reale e la fatica che c’è dietro una bottiglia che resta fredda se la degusti nel chiuso del tuo ufficio. Buono anche quest’anno il premiato rosato “Estrosa”, di tonalità leggermente

delicious bread balls and Pietreventosa rosè

delicious bread balls and Pietreventosa rosè

più scusa degli altri anni con ottime note di lampone. Da provare la schiettezza del Primitivo Gioia del Colle e della Riserva di Primitivo.

CANTINA DEI FRAGNI

Elegante la tenuta, l’azienda, i titolari.

La cantina fa una scelta diversa, lavorando con uve non prettamente territoriali: Aglianico e Cabernet Sauvignon da cui producono 2 vini in purezza (cioè uno 100% Aglianico e uno 100% Cabernet S.) e un blend che si chiama 60&40 lasciando “svelare” la composizione (60 Aglianico e 40 Cabernet). Il bello di questi vini è che si lasciano riconoscere, conservando le caratteristiche tipiche del vigneto. Vini dritti e puliti.

Immagino un evento, aziendale o anche privato così come una degustazione in questa tenuta così affascinante, in termini di enoturismo immagino mille scenari. Collegandosi al sito si puòavere una percezione di quello che scrivo.

CANTINA DEI FRAGNI

CANTINA DEI FRAGNI

CARPENTIERE

Certamente una delle cantine che ho preferito. La tenuta è molto bella, i vini eleganti, piacevoli, uno per uno! Azienda abbastanza giovane in cui mi sono trattenuta in una mattina piovosa durante la quale ho colto l’occasione di sedermi e degustare tutta la linea.  Estremamente intrigante il Nero di Troia (uva rossa tipica) vinificato in bianco (questo è possibile evitando il contatto con le bucce responsabili della colorazione dei vini). Questi esperimenti potrebbero essere immaginati come estrosi e, invece, il risultato mi ha colpito molto! Buoni tutti i vini di denominazione Castel del Monte: Bombino nero, Cabernet Sauvignon, Nero di Troia così come il blend di Nero di Troia e Merlot. Ottimo lavoro!

TORREVENTO

Azienda di grandi dimensioni che garantisce una linea molto ampia, un ventaglio certamente completo. Sono spesso i numeri: il numero di ettari, il numero di bottiglie e anche il numero di anni di esperienza (che consentono meno errori, migliore gestione e ammortamento) che aiutano a raggiungere un ottimo livello qualità-prezzo. Come ad esempio per i vini della denominazione Castel del Monte di questa azienda: tra questi il bianco da Bombino bianco e Pampanuto, il rosato da Bombino nero. Molti ricordano probabi
lmente il “Vigna Pedale”, cavallo di battaglia ad un prezzo assolutamente accessibile se si guarda ai premi ricevuti.

SANTA LUCIA

SANTA LUCIA

SANTA LUCIA

Sono antiche le origini della tenuta e queste sono riscontrabili visitando la tenuta con tutto il suo fascino.  A questo si aggiunge una conduzione biologica per vini intensi e di personalità. Il Fiano offre una bella mineralità, è morbido ma non “ruffiano” come si usa dire in gergo per vini “piacioni” ma spesso senza carattere, tutt’altro in questo caso. Buoni i rossi dal Negroamaro, altro simbolo della viticoltura pugliese, al Nero di Troia che qui è DOC e poi un ottimo olio che regala un piacevole pizzicore in gola, si lascia apprezzare subito.

RIVERA

Che bella azienda! Con una bella storia alle spalle che i titolari, così accoglienti, mi hanno voluto raccontare con orgoglio. E quando ti trovi di fronte quelle bottiglie con etichette consumate e dallo stile retrò riesci a fare un salto indietro e immaginarti quei tempi, quegli esperimenti, quelle difficoltà. Ho molto amato questo tour e questi vini, alcuni già “incontrati” in altre occasioni. Vini di classe direi e di personalità, ognuno con il suo stile ben riconoscibile: percepisco una grande attenzione ai particolari e questi, d’altra parte, sono gli elementi che fanno la differenza. Non mi riferisco solo a “Il Falcone” (Castel del Monte DOC riserva) tra i più noti probabilmente e dal gusto rotondo anche grazie all’affinamento in legno. Mi colpiscono anche il rosato da Bombino Nero

RIVERA

RIVERA

(Castel del Monte DOCG) dal colore chiaro raffinato di grande equilibrio; il bianco da Bombino bianco (ancora DOC) e il Nero di Troia (Castel del Monte DOC) che, a differenza de Il Falcone, matura solo in acciaio: ottimo il risultato, la nota di violetta ti conquista al naso e ti invoglia a bere ancora, complimenti! Chiaramente la lavorazione di queste uve non può essere la stessa di quelle usate per Il Falcone altrimenti non si raggiungerebbe questa freschezza!

 

 

 Mi scuso per eventuali mancanze.

 

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