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L’Anteprima Sagrantino di Febbraio ha prestato il campo anche a una competizione enoica: il Gran Premio Sagrantino per decretare il Miglior Sommelier del Sagrantino 2018.

Al di là dei risultati che abbiamo già visionato subito a seguito del concorso, mi interessava approfondire il funzionamento di competizioni come questa, facendo qualche domanda a chi lo ha vissuto in prima persona.

 

Di cosa si tratta?

La gara è solo una delle tante organizzate dall’Associazione Italiana Sommelier e dedicate a vitigni specifici (come in questo caso); intere regioni (es. Miglior Sommelier della Lombardia) oppure addirittura all’intera penisola (Miglior Sommelier d’Italia). L’obiettivo è quello di valorizzare la professione del sommelier e decretare quello più preparato sul tema in questione quindi contribuendo alla sua valorizzazione.

La gara è giunta, quest’anno, alla sua decima edizione ed è organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier Umbria in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier e con il Consorzio Tutela Vini di Montefalco.

 

Cosa serve per raggiungere l’ambito titolo?

I partecipanti devono presentarsi in divisa di servizio ufficiale dell’AIS e, stando al regolamento di quest’anno, sono ammessi al massimo 18 candidati.

Si parte con una prova a porte chiuse che consiste in:

  • compilazione di un questionario (vedi avanti qualche esempio)
  • analisi scritta di due vini anonimi a base Sagrantino secondo la terminologia e la codifica dell’associazione con identificazione del punteggio in centesimi

Le prove vengono esaminate immediatamente e sono così individuati i migliori 4 sommelier che accedono ai PLAY OFF (si sfidano il 1° e il 3° classificato, il 2° e il 4°) che consistono in:

  • degustazione orale di due vini anonimi a base Sagrantino
  • Prova di abbinamento su richiesta: proposto un piatto specifico, il candidato dovrà scegliere il vino che ritiene più adatto e spiegarne la scelta

Infine si accede alla FINALE tra i migliori 2 i quali si sfidano su:

  • degustazione alla cieca di un vino in base a tre domande a bruciapelo
  • simulazione del servizio di accoglienza della clientela e servizio del vino al tavolo
  • prova di comunicazione

 

Quali sono le domande del questionario, più specificamente?

Le prove dei PLAY OFF e della FINALE sono abbastanza chiare soprattutto per chi conosce l’associazione, ha frequentato i suoi corsi; sarebbe curioso sapere di più circa la prova scritta che richiede una preparazione davvero approfondita del territorio in questione.

Ecco alcune delle domande di questa edizione:

  • Associa ai seguenti vini a base Sagrantino i produttori
  • Metti nel corretto ordine di servizio i seguenti vini
  • Illustra l’aspetto fisiologico del Sagrantino
  • Quali sono le annate classificate con 3 stelle dal Consorzio?
  • Inserisci l’anno di fondazione delle seguenti aziende

 

Ed ecco la classifica finale

Questi i nomi dei vincitori come molti avranno già letto immediatamente a seguito del concorso

  • 1 posto: SIMONE LOGUERCIO
  • 2 posto: YLENIA MEZZAPELLE
  • 3 posto – EX AEQUO: ANTONIO RIONTINO e VALENTINO TESI.

I complimenti possono suonare scontati ma non lo sono, i miei li rimarco con forza per sottolineare la dedizione richiesta in questo genere di sfide.

 

Cosa ha osservato il Presidente dell’AIS Umbria, anno dopo anno?

Ho posto un paio di domande a Sandro Camilli, Presidente AIS Umbria, il quale ha modo di seguire in prima persona il concorso e la sua evoluzione negli anni.

 

  • Quanto questo concorso sta contribuendo alla promozione del Sagrantino?

“Il concorso, secondo me, sta aiutando moltissimo la promozione del Montefalco Sagrantino perché via via abbiamo registrato un numero sempre maggiore di partecipanti, toccando il massimo storico proprio quest’anno con 18 iscritti. Credo sia un indicatore chiarissimo del fatto che l’interesse verso questo concorso nazionale sia dettato dall’importanza che il vino e il territorio ormai riscuotono nel panorama enologico nazionale e internazionale; perché le borse di studio, per quanto lodevoli e importanti, non giustificherebbero viaggi così lunghi e sottrazioni di tanto tempo che i candidati dedicano alle proprie attività.

Ragazzi che vengono da tante regioni diverse d’Italia (Puglia, Alto Adige, Liguria, Veneto, Friuli, Emilia, Romagna, Toscana ecc.) e che lavorano nel settore della ristorazione. Questo fatto, oltre ad accrescere il valore stesso del concorso, sicuramente permetterà una più grande valorizzazione di questo grande vino”.

 

  • Com’è cambiata la preparazione dei candidati negli anni?

“La preparazione dei concorrenti è maggiore e migliore, tanto per fare un esempio, quando sono stati presentati i 4 finalisti, il responsabile nazionale concorsi Cristiano Cini, ha voluto nominare anche altri 4 concorrenti perché praticamente non sono riusciti a entrare in finale per 3-4 punti, che in un concorso corrispondono a un millesimo di secondo su una gara olimpica, quindi uguale a zero, per capirci”.

 

 

L’esperienza di chi vi ha partecipato

Ho avuto la possibilità di chiacchierare con Davide Fontanieri, proprietario e sommelier del ristorante Da Gregorio (Orvieto) per capire il punto di vista dei candidati. Vi chiederete: perché Davide (e non magari il vincitore)? Perché Davide è stato uno dei 2 candidati umbri e che conosco di persona quindi faccio il tifo per lui.

A Davide ho posto un paio di domande che possono svelare qualche informazione aggiuntiva:

  • Perché hai scelto di partecipare?

“Per ampliare la mia conoscenza e approfondire alcuni aspetti relativi al vitigno Sagrantino, uva unica nel panorama enologico italiano grazie alla sua concentrazione di polifenoli e dall’apporto tannico che la caratterizza come il genere con più alta concentrazione di tannini. Partecipo anche per potermi confrontare con preparatissimi colleghi che vengono anche da molto lontano”.

  • Come ti sei preparato?

“La preparazione è complessa. Innanzitutto serve concentrare lo studio su tutte le aziende del consorzio: conoscere ciascuna etichetta prodotta oltre che, naturalmente, caratteri ampelografici del vitigno e caratteristiche morfologiche del territorio. La seconda parte dello studio si svolge direttamente sul campo andando in visita nelle aziende per parlare con i produttori e degustare insieme a loro i vini prodotti. È fondamentale  anche la preparazione alla degustazione secondo i criteri della nostra associazione AIS”.

  • Quali sono le maggiori difficoltà del concorso, secondo te?

“A mio avviso le maggiori difficoltà si incontrano rispetto alla conoscenza di tutte le aziende consorziate. Ai fini del concorso ci è richiesto di conoscere ogni informazione (anno di fondazione, storia della proprietà, tipo di allevamento, etichette prodotte e relative caratteristiche), non è semplice se si pensa che le aziende sono 55 in totale. Un altro aspetto non semplice è rappresentato dalla relazione da fare su un’azienda, questa è una delle domande che mette a disposizione il punteggio più alto. Passata la semifinale, l’accesso alla finale presenterà altre difficoltà con la prova di comunicazione o quella di servizio”.

 

In bocca al lupo e alla prossima avventura.

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