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  • Territorio e curiosità generali

Questa volta siamo in Piemonte che conta circa 51.000 ettari e 30.000 aziende. Una regione nota per i vini rossi “importanti” e strutturati che costituiscono il 68% di tutta la produzione. Ottimi bianchi profumati hanno il loro posto nella lista, ad ogni modo. Tutto anche grazie alla varietà di terroir che consente di produrre vini diversi.

In particolare, però, questo focus è incentrato sulla nota area delle Langhe dove si producono i rinomati vini Barolo e Barbaresco.

Un famoso scrittore italiano (Mario Soldati), qualche anno fa ha scritto: “non sono gli abitanti della zona che hanno monopolizzano il loro prodotto (il vino), è il prodotto che ha monopolizzato loro”. Dopo la crisi degli inizi del XX secolo e la conseguente industrializzazione, che ha portato la gente di città, dagli anni ’70 la produzione di vino è una delle attività più prestigiose.

Molti conoscono Barolo e Barbaresco, pochi sanno che la zona di produzione è piuttosto piccola eppure spostandosi di pochi metri si degustano vini diversi e speciali! Le Langhe si trovano sul lato destro del fiume Tanaro con un clima secco che dona alta concentrazione di zuccheri e grande qualità.

 

wine reserve

wine reserve

  • Il Consorzio e la Comunicazione

Forse l’unica osservazione che si potrebbe sollevare è relativa alla mancanza di una vero lavoro di squadra per ottenere una sinergia territoriale! Come ammette il Consorzio per la difesa e la promozione del territorio stesso, ma sono diverse le attività programmate e si fa leva sulle nuove generazioni. Anche l’Ente del Turismo, che son andata visitare ad Alba, sta lavorando molto sulla comunicazione di un territorio così ricco che attira turisti da tutto il mondo. Una nuova interessante idea è la figura del “wine teller”: una guida che può fornire storie di vino senza essere troppo tecnici come spesso accade.

Il carattere dei langaroli è rustico lo sappiamo ma come scrivevo in una recensione di Giuseppe Mascarello, spesso è proprio in questa semplicità che troviamo la tradizione e la garanzia di quei vini divenuti mito nel mondo.

Un interessante lavoro e spunto di riflessione è però rappresentato dal documentario Barolo Boys di cui si è tanto parlato e che pare stia facendo il giro del mondo, ecco alcune note: http://chiarasfoodandwineguide.com/2014/12/02/baroolo-boys-the-movie-il-documentario-di-una-rivoluzione-barolo-boys/

 

  • I vini: Qual è la differenza tra barolo e barbaresco?

L’uva più importante della zona è il “Nebbiolo” per la produzione di “Nebbiolo” (il vino, generalmente giovane) così come per la produzione dei 2 miti: “Barolo” e “Barbaresco” sempre a base Nebbiolo ma più invecchiati, in genere prodotti da vigneti selezionati.

BAROLO è definito come “maschio” per il suo carattere e i tannini forti. Matura in botti grandi in genere, ma ci sono anche produttori che preferiscono le più “moderne” barriques (ne hanno fatto un film a riguardo);  invecchia 38 mesi (di cui almeno 18 in legno); la versione Riserva addirittura 62 mesi (almeno 18 in legno). BARBARESCO è definito come “femminile” perché è più elegante in qualche modo; si tratta comunque di un vino molto complesso e strutturato dato che fatto comunque da Nebbiolo, ma rispetto al Barolo è diverso. Matura 26 mesi (di cui almeno 9 in legno), 50 per la versione Riserva (almeno 9 in legno). Entrambi possono durare per decenni.

La cultura del vino locale si basa sul concetto di “cru”, qui chiamate MeGa (Menzioni geografiche aggiuntive): è facile trovare sulle etichette il nome del vigneto specifico in cui l’uva è stata coltivata. Tra gli altri, la zona “Cannubi” per esempio, è considerata una delle migliori con costi che si aggirano intorno a 1 milione di euro per 1 ettaro.

  • Le cantine

E’ difficile scegliere quali aziende citare, ma iniziamo con alcuni nomi. Prometto di scrivere ancora di queste zone, di queste cantine e di questi vini considerati tra i migliori in Italia.

FONTANAFREDDA – Alba (CN)

frase in osteria a Barolo

frase in osteria a Barolo

Inizio con un nome noto come quello di “Fontanafredda”, con una storia romantica tra l’altro: il sovrano, innamoratosi di Rosa, popolana, le fece dono delle sue proprietà nelle Langhe e poi la insignì del titolo di Contessa di Mirafiore e Fontanafredda. Andando avanti di generazione in generazione, l’azienda è oggi uno dei più marchi più noti con un ruolo fondamentale in termini di comunicazione del territorio.

GAJA – (Barbaresco) senza sito

Un altro rinomato e prestigioso produttore della zona è Angelo Gaja, i suoi vini possono costare anche più di 300 € (in base alla linea e/o la vendemmia). Non è nemmeno facile ottenere un appuntamento. La visita presso “Gaja” è stata “religiosa”, tenuta a voce bassa in segno di rispetto per il luogo e per il vino che insegna a dimenticarsi del tempo che passa e ad aspettare. Tra gli altri, ho avuto la possibilità di provare un meraviglioso Langhe Nebbiolo DOC 1999 “Sperss” con aromi maturi ma ancora giovane, incredibile!

RATTI (La Morra) – ODDERO (La Morra)  – CERETTO (Alba- CN)

Come potrei dimenticare “Renato Ratti” con la sua affascinante cantina con una splendida vista sulla zona circostante, una cantina di riferimento per la produzione di Barolo anche grazie all’innovazione delle tecniche di produzione. Non a caso oggi l’attuale Presidente è anche alla Presidenza del Consorzio. Altro nome importante è “Oddero”, una storica cantina che mostra chiaramente grande passione e attenzione al dettaglio in ogni singola bottiglia. In particolare, ad esempio, producono un Barolo speciale che matura per oltre 10 anni nella loro cantina prima di essere immesso sul mercato! E ancora “Ceretto” cantina molto interessante. Collaborano con importanti architetti che hanno realizzato edifici sorprendenti, ad esempio, una grande bolla con una magnifica vista sui vigneti. Sono tra quelli che hanno spinto anche gli ottimi bianchi della zona, il loro “Blangè” è molto apprezzato da italiani e stranieri anche grazie alla loro efficace strategia di comunicazione.

PIO CESARE (Alba) – MARCHESI DI BAROLO (Barolo)

the bubble

the bubble

Un altro pioniere della zona è “Pio Cesare”, che produce dalla fine del XIX secolo con cantina nel centro della città, cosa insolita oggi. Lo stesso vale per “Marchesi di Barolo”, con una grande storia che è possibile percepire visitando la loro antica cantina; si trovano proprio a Barolo e mi hanno colpito per la loro ospitalità in stile californiano: sala degustazione disponibile tutti i giorni, eventi interessanti, enoteca fornita anche di simpatici gadget e così via.

GIACOMO BREZZA – Barolo

Un altro noto produttore di Barolo è “Giacomo Brezza”, con uno stile tradizionale: preferiscono botti grandi per i loro rossi che amo moltissimo!

BEPPE RINALDI (Barolo)

Questa è stata un’esperienza particolare che mi piace citare: il tour da Beppe Rinaldi. Un uomo saggio che non ama parlare di vino così abbiamo chiacchierato di tutt’altro, ma quando ho provato il suo Barolo ho capito quanto non fosse necessario parlarne!

CONTERNO FANTINO (Monforte d’Alba)

Facile da trovare grande qualità in zona, così anche “Conterno Fantino” è un’azienda che mi ha colpito particolarmente: per i vini innanzitutto, tutti e poi per l’ospitalità, per l’edilizia e le iniziative “verdi”: questo è il motivo per cui alcuni dei loro vini sono piuttosto costosi, c’è molto di più dietro!

BRUNO ROCCA (Barbaresco) –  PRODUTTORI DEL BARBARESCO (Barbaresco) –PAITIN (Neive)

me in langhe area

me in langhe area

Alcuni produttori con numeri inferiori stanno raggiungendo un grande successo. Bruno Rocca (come il nome della cantina stessa) è ben supportato dai figli e la qualità è notevole, qui si produce Barbaresco . Ho apprezzato tantissimo anche il Barbaresco dei “Produttori di Barbaresco”, cooperativa di circa 56 viticoltori, il 2007 è stato recentemente premiato da Wine Spectator, un vino meraviglioso: complesso, di corpo, piacevole, lungo. Ma non basta, uno dei miei preferiti è sicuramente il Barbaresco “Sorì Paitin” di cantina “Paitin”, a conduzione familiare, assolutamente e completamente dediti alla qualità. Che vino!

DAMILANO (La Morra/Barolo)

landscape

landscape

Se la comunicazione non è sempre una priorità in certe zone, “Damilano” rappresenta un’eccezione, investono molto bene in comunicazione e Pubbliche Relazioni.

CARLO GIACOSA (Barbaresco) – ERALDO VIBERTI (La Morra)

Quello che mi piace in Italia è la possibilità di trovare tanti meravigliosi piccoli produttori, aziende vinicole a conduzione familiare che ti fanno sentire “a casa” e che ti portano in un’altra dimensione, quella vera probabilmente: la semplicità e la natura. Da “Carlo Giacosa” ho avuto l’impressione di essere in casa loro e Sara, la piccola, ha insistito per servirmi il vino personalmente ma tutto senza trascurare un bel livello qualitativo. Stessa sensazione con “Eraldo Viberti”, cantina di cui ho già scritto, amo i suoi vini e ho avuto la possibilità di provare il suo Barolo di una delle migliori annate: 1999, cosa vuoi di più?!

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