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Certe storie si raccontano da sole: vignaioli da tre generazioni, l’agroforestry con le sue oche e l’Umbria nel bicchiere. Un progetto fascinoso, solido ma mai fermo su stesso. L’affidabilità di Emma Di Filippo con fare affabile ma di evidente determinazione trasforma la degustazione in un viaggio attraverso un territorio per mezzo di una lente interpretativa focalizzata, come recita il depliant “la nostra bio-diversità tra vigna, cavalli e oche”.

Trenta ettari in collina tra Torgiano e Montefalco. Dal 1994 certificati in agricoltura biologica, dal 2008 praticano biodinamica, da alcuni anni sono stati inseriti cavalli da lavoro e, appunto, l’Agroforestry in nome della biodiversità e quindi del minor impatto ambientale possibile.

Ed è così, dunque, che si sviluppa fluidamente la degustazione: tra i vini più tipici e rappresentativi del territorio, salumi e sughi d’oca e prodotti locali scelti meticolosamente. Tra le ultime occasioni, quella offerta dall’Anteprima Sagrantino 2021.

di filippo tasting

Il Grechetto lo degustiamo in purezza fermo (Grechetto Bianco dell’Umbria IGT senza solfiti aggiunti, 2019 con tutta la sua decisione e la sua austerità) ed effervescente da metodo ancestrale (“Malafemmena” – Bianco frizzante Umbria IGT, rustico e succoso), si prestano alla perfezione con i salumi d’oca senza prevaricare. Tra gli altri, completa la gamma il “Farandola” (Bianco dell’Umbria IGT da Trebbiano Spoletino 100%, annata 2019, di pari struttura ma più maturo e accattivante) ottimo con i formaggi; fino ad arrivare al nuovo rosato: “Terre San Nicola” (Umbria IGT 2020 da Montepulciano e Cornetta, sottile e saporoso, me lo immagino perfetto con la pizza).

Sono i rossi a catturare la mia attenzione ancora di più. Dal Montefalco rosso (Montefalco rosso DOC 2018: immediatamente godibile e fruttato), al “Sallustio” (Montefalco rosso DOC, 2017: più intenso e tannico del precedente ma ancora disegnato intorno al frutto). Ottimi con il ragù d’oca. Scelta vincente, quindi, quella di scegliere il Barbera nel blend del Montefalco (insieme a Sangiovese e Sagrantino). Entrambi si rendono, infatti, perfetta alternativa al più strutturato Sagrantino di cui degustiamo le due versioni. Il Montefalco Sagrantino DOCG 2016, maturato in barrique per 24 mesi che spazia dalla visciola al sottobosco, dal pepe nero alla liquirizia. Struttura imponente e abbraccio caldo avvolgente per un finale lungo e penetrante. Mentre “Etnico” (Montefalco Sagrantino DOCG 2016), stesso vitigno, stessa annata, stesso vigneto, è vinificato per il 50% in modo classico, per l’altro 50% con macerazione breve e matura per 12 mesi in botte grande. Qui il frutto è più immediato anche se sotto-spirito insieme a note di noce moscata e torrefazione; al sorso è fresco ed equilibrato quindi incredibilmente bevibile. Golosissimi sia il Montefalco Sagrantino Passito DOCG (2015) sia la Vernaccia di Cannara – Colli Martani DOC (2018).

di filippo – tasting

 

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