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Non c’è sfida più grande che preservare una reputazione così importante ma il recente premio Pino Khail 2022 assegnato a Chiara Lungarotti da Civiltà del Bere, prima volta per una donna tra l’altro, la dice lunga rispetto allo spirito, alla tenacia e al valore di una Donna del Vino come Chiara, amministratore delegato del gruppo Lungarotti in Umbria, al fianco della sorella Teresa e della madre Maria Grazia.

Il rosso di Torgiano resta uno dei vini più ambiti dell’Umbria vinicola e, insieme ai bianchi di Orvieto, era tra quelli simbolo della regione, oggi affiancati dall’impeto del Sagrantino di Montefalco. Il merito fu, allora, di Giorgio Lungarotti, uno dei pionieri della viticoltura italiana, il quale negli anni ’60 fonda la sua azienda e produce un vino strettamente legato al suo territorio. Il Torgiano (Bianco e Rosso) raggiunge il riconoscimento come DOC nel ‘68 e come DOCG, per il Rosso Riserva, nel ’90 (retroattiva fino all’annata 1983). Un Sangiovese strepitoso il Rosso Riserva “Vigna Monticchio”: delizioso e forte al contempo con imponente potenziale di invecchiamento.

Una verticale che parte dal 1974 per arrivare ai giorni nostri è momento di congiuntura con la corrente generazione che ne tiene le fila, quella rappresentata egregiamente da Chiara Lungarotti la quale si ritrova a scrivere la sua di storia giovanissima, quando subentra alla morte del padre nel ‘99 nonostante il suo inserimento fosse iniziato ben prima (scopri di più qui).

Oltre  ai bianchi, che riescono a dimostrare un loro potenziale come l’immediato ‘Torre di Giano’ (di cui oltre alla 2021 ho modo di apprezzare una 2018 ‘Torre di Giano – Vigna Il Pino’ che profuma di agrume candito, gelsomino ed esotico soffuso, teso e sapido con struttura supportata dal breve e parziale passaggio in legno); e l’ ‘Aurente’ (che colpisce per opulenza, visto il passaggio di 6 mesi in barrique con  bâtonnage di un vitigno che ne beneficia come lo Chardonnay); sono i rossi di Torgiano ad essere protagonisti qui, insieme alle strutture delle produzioni della tenuta di Montefalco o al ‘San Giorgio’ che combina Sangiovese e Cabernet Sauvignon.

 

Ecco alcune note della degustazione pensata per i 60 anni dalla prima annata (1962):

RUBESCO Rosso di Torgiano DOC 2019, annata corrente

(Sangiovese 90% e Colorino 10%, fermentazione in acciaio, affinamento in botti da 50 ettolitri per un anno e altrettanto in bottiglia).

Quasi impenetrabile alla vista, inteso al naso con note di frutti neri e radici. Coerente al palato, scalpitante, denso.

 

RUBESCO Rosso di Torgiano DOC 2000

(Fino a questo momento il blend era stato: Sangiovese 70% e Canaiolo 30% [probabilmente già allora era Colorino, solo un errore di identificazione/classificazione], stesse lavorazioni di cui sopra).

Annata di grandi cambiamenti in cantina con la nuova guida di Chiara con ulteriore focus su qualità e approcci moderni.

Rubino con riflessi granato; naso evoluto con note di pot-pourri, pepe e caffè, ciliegia sotto spirito. Asciutto, dal frutto integro e il finale pulito

vigna monticchio – lungarotti

Passiamo alla Riserva, il mitico “Vigna Monticchio”, 100% Sangiovese che prende – appunto – il nome dal vigneto di provenienza, affinato in barrique per circa un anno e poi tutta bottiglia.

RUBESCO VIGNA MONTICCHIO Torgiano Rosso Riserva DOCG 2017

Naso profondo e penetrante le cui note sono perfettamente definite e in equilibro tra loro: marasca, liquirizia, noce e vaniglia. Ancora chiuso, strutturato, elegante, dal tannino in fase di integrazione ma decisamente maturo.

 

RUBESCO VIGNA MONTICCHIO Torgiano Rosso Riserva DOCG 1997

Naso maturo, intenso e complesso con note stratificate di radici di liquirizia, polvere di caffè, liquore al cioccolato, tabacco e amarene poi prugna, paprika e soffi di citronella. Rotondo e accogliente, succoso e vellutato. Lungo, fine dinamico.

 

RUBESCO VIGNA MONTICCHIO Torgiano Rosso Riserva DOC 1974

Verso l’aranciato. Il bouquet offre un profumo intenso di caffè, note ematiche che si combinano a sensazioni di mora in confettura, orzo e un tocco di pelliccia. Perfettamente rispondente al sorso, asciutto ma ancora integro, con lungo finale fruttato, dal tannino saporito.

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