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Ciò che amo maggiormente della Falanghina dei Campi Flegrei è quella sua dote camaleontica che un po’ ci accomuna. Quella versatilità che la rende speciale pur tuttavia riconoscibile sotto diverse vesti. Lo si sperimenta facilmente grazie alle diverse espressioni offerte dalle cantine del territorio napoletano come quelle dell’azienda Carputo a Quarto.

Qui ho avuto modo di spaziare dalla versione spumantizzata Extra Dry, non a caso chiamata “Lapilli” in riferimento a questo affascinante territorio vulcanico (Falanghina Spumante metodo Charmat), alla versione frizzante (Falanghina Campania Frizzante I.G.P.): entrambe dalla mousse delicata con un tocco tipicamente amaricante che si palesa soprattutto nella seconda. E ancora, si passa dalla versione più classica, ferma (Falanghina dei Campi Flegrei DOP 2018) con sapidità esplosiva che richiama instancabilmente il sorso a quella che mi ha fatto innamorare definitivamente del territorio: “Collina Viticella” (Falanghina dei Campi Flegrei DOP 2018), un cru, vendemmia tardiva che riesce con questa maturazione leggermente più spinta, a offrire un binomio tanto attraente quanto apparentemente contrastante perché la morbidezza e la dolcezza del frutto non mascherano quella personalità salina e a tratti tagliente della Falanghina dei Campi Flegrei, zona vulcanica attiva della Campania insieme al Vesuvio.

I Campi Flegrei sono, infatti, l’altro lato vulcanico di Napoli, quello settentrionale con terreni di tufo giallo, luce e brezze marine; un’area tradizionalmente specializzata in una Falanghina nettamente diversa rispetto a quella più corposa e longeva del Sannio, nell’entroterra; e su Piedirosso, il vino che sta sorprendendo maggiormente grazie a una meritata rinascita dopo un periodo di oblio anche causato dalla non facile gestione sia in vigna sia in cantina.

Carputo è un’azienda familiare che produce circa 200.000 bottiglie con il supporto dell’enologo Antonio Pesce. Da non trascurare i vini rossi fermi o mossi che, a loro volta, spaziano dal Piedirosso all’Aglianico e perfino al Gragnano con personalità tutte proprie e decisamente differenziate. D’altronde il logo: sole e luna, che simboleggiano l’equilibrio tra spirito femminile e quello maschile che animano questa realtà, la dice lunga su anima e filosofia aziendale.

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