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Cantina Ninni è ormai riferimento per una produzione sempre più apprezzata in Umbria, quella del Trebbiano Spoletino che si sta riscoprendo come bianco eclettico di territorio e di grande personalità.
“Vini secondo natura” è il suo motto e chi conosce Gianluca Piernera ne ritrova facilmente schiettezza e chiarezza di idee in ogni annata, in ogni calice.

Siamo a Spoleto, nel comprensorio delle DOC Trebbiano Spoletino e Colli Martani, a 350 m s.l.m. con terreno prevalentemente argilloso, ricco di minerali con substrati di marna trattati secondo i dettami del biologico su piante di circa 35 anni. La prima bottiglia è in commercio nel 2012 ma Gianluca si è imposto sin da subito per un’impostazione focalizzata senza compromessi.

Tra i vini simbolo c’è Poggio del Vescovo, Trebbiano Spoletino 100%, un vitigno antico con viti storicamente maritate ad olmo o acero, un po’ come accade ancora ad Aversa (Campania), a favore della pluricoltura – nella parte sottostante – prima di cadere nell’oblio fino a 10/15 anni fa. Un vitigno tardivo, che si differenzia dal Trebbiano Toscano, di Soave o Abruzzese, in questa grande famiglia che, quindi, può generare confusione. Non a caso ci riferisce spesso al vitigno con la sola dicitura “Spoletino”.
Offre vibrante acidità e una versatilità che consente di scegliere lo stile o la lavorazione preferita: vini secchi e fermi, spumanti o passiti, macerazioni, maturazioni in contenitori diversi e senza mai perdere in carattere e complessità con sentori che richiamano spesso agrumi e tocchi esotici con buon potenziale di invecchiamento.

trebbiano spoletino cantina ninni

Il Poggio del Vescovo Spoleto Trebbiamo Spoletino DOC di Gianluca è vinificato solo in acciaio con lieviti indigeni. Ecco lo sviluppo negli anni:

2020 (annata regolare)

Sfumature oro alla vista, soffi minerali, di agrumi e macchia mediterranea per un bouquet fine. Teso e sapido, spinge sul finale che si imprime a lungo. Vino sottile, non esplosivo ma fine.

 

2019 (annata più fresca)

Mela vagamente ossidata, erbe di bosco al naso. Acidità quasi tagliente, da riprovare negli anni.

 

2018 (annata non perfettamente regolare)

Luminoso alla vista con note di nocciola tostata, buccia di banana e sensazioni vegetali che delineano un carattere sfaccettato. Morbido e piuttosto equilibrato, asciutto sul finale.

 

2017 (annata torrida)

Dorato ma meno carico. Naso fine con profumi di roccia, mela golden, agrume candito. Bella la combinazione frutto e acidità. La chiusura asciutta lo rende perfetto a tavola.

 

2016 (annata molto equilibrata)

Oro verde alla vista. Al naso arrivano subito i terziari con mandorla e caffè poi cerino e ananas non troppo matura. Entra morbido per poi virare su un’acidità vibrante. Più austero.

 

2015 (annata calda ma non torrida)

Oro pieno alla vista. Naso maturo con profimi di pesca sciroppata, bergamotto, crema pasticcera e origano a rinfrescare. Rotondo, equilibrato soprattutto grazie alla scia sapida. Palesa ancora un bel potenziale.

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