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Tutti lo sappiamo ma non sempre si ha il coraggio di ammettere così esplicitamente che la scelta dell’uso di botti grandi o barrique per la lavorazione del vino in cantina è spesso frutto delle mode. Così inizia il mio tour presso Poderi Luigi Einaudi in Piemonte con Lorenzo Raimondi, responsabile della produzione di questi splendidi vini.

Si uniscono a noi alcuni turisti interessati ad un tour in cantina e così Lorenzo spiega che per i vini rossi oggi in cantina, loro combinano sia la botte grande sia la barrique ma ammette che è stata invertita la vecchia tendenza che in passato ha portato ad un uso notevole della barrique: “Tutto dipende anche dai media che influenzano tendenze, acquisti ”.

lorenzo raimondi

lorenzo raimondi

(È in questi momenti che si comprende l’importanza di lavorare in modo serio, serissimo e con il massimo rispetto per tutti i produttori che, sempre e comunque, lavorano sodo e a lungo per ottenere quel prodotto!).

Eppure siamo in una cantina storica, una cantina fondata nel 1897 da un appena ventitreenne Luigi Einaudi che pare si sia sempre distinto per determinazione, correttezza e preparazione. Luigi Einaudi, colui che fu anche Presidente della Repubblica italiana senza, però, mai perdersi un solo appuntamento con la vendemmia!

Sono 55 gli ettari di proprietà (più 3 in affitto da tantissimi anni ormai) per una produzione di circa 300.000 bottiglie. L’export incide per circa il 70/75% (eccetto per il Barolo che probabilmente raggiunge una percentuale di esportazione del 90% circa) e porta questi vini in tantissimi paesi anche fuori Europa.

the relais

the relais

I vini sono diversi, dai bianchi (Chardonnay, Langhe bianco e Moscato d’Asti) che insieme ai rossi Dolcetto, Barbera e Dogliani fanno solo acciaio. Mentre tutti gli altri rossi: Langhe Rosso, Nebbiolo Langhe, e i 3 Barolo fanno anche passaggio in legno.  A questi si aggiunge un Dogliani superiore che, a differenza dell’altro, prevede un passaggio in legno, ma che quest’anno non sarà prodotto, 2 grappe e il Barolo chinato.

Inutile dilungarmi sulla bellezza della proprietà, un relais di gran classe che le foto testimoniano abbondantemente. Ho avuto la fortuna di trovarmici al tramonto quindi il fascino si è moltiplicato e ricordatevi di prenotare con diversi mesi di anticipo per provare a soggiornare in questo gioiello!

Tra i vari vini, ho avuto modo di degustare il Dogliani superiore “Vigna Tecc” 2011, di grande equilibrio, pieno ed intenso sia al naso sia in bocca con un tipico finale ammandorlato. E soprattutto un Barolo “Cannubi” 2001: eccellente, morbido, complesso al naso e in bocca con note di frutti e spezie dolci insieme, con un finale lunghissimo che, insieme a tutto il resto, dimostra l’eccezionalità di questa annata. E come è facile immaginare, si tratta di un vino che avrebbe potuto attendere ancora e ancora.

 

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